Page 152 - Franco Petramala - Libro 3
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di Giustizia, che pullula di pulsioni e impressioni,
manchevolezze e entusiasmi, infine ricco come è ricca la
umanità dubbiosa di quel che si conosce o si debba
conoscere, di quel che si ignora per pigrizia o volutamente.
Coscienti del proprio compito e della propria finitezza e
debolezza che grava soprattutto sulla coscienza del singolo,
poiché nessun allucinato riferirsi al sistema può oscurare la
responsabilità della propria coscienza.
Si coglie pienamente nello svolgersi della descrizione del
carattere e dei tratti somatici dei protagonisti del dramma di
Ugo Betti la realtà del racconto; il Betti, anche egli giudice
nella vita, non equivoca il tema grande e terribile della
coscienza che si svela, più che in ogni altro dove, proprio in
un palazzo di giustizia.
La buona coscienza “è tale se non teme la luce”. La paura,
sostiene Betti, non è indotta dalle tenebre ma dalla luce
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