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Poi lanciò i dadi, tre, quattro, cinque volte e ottenne sempre
il sei. Sangue di Bacco, i dadi sono truccati, seguì l’abate
napoletano ospite nel salotto parigino; quando io considero
l’ordine della natura, le sue leggi immutabili, le sue
rivoluzioni sempre costanti attraverso una varietà in quale
noi lo vediamo, malgrado cento milioni di possibilità avverse,
io grido: Certo, la Natura è truccata!” (1)
E se fosse così anche per le relazioni fra gli uomini? Non
avremmo bisogno di diritti né individuali né collettivi né
universali, né di critiche sociali per il solo fatto che qui il
trucco non c’è.
Se ci fosse non esisterebbe la storia degli uomini: invece tutto
è scandito, in realtà, dal ripetersi della regola e del suo
difforme, in un registro diverso dalla splendida deduzione
dell’Abate Galiani ed a nessuno verrebbe in mente di
lasciare dietro di sé un paese in rovina ed assolversi
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