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Canetti, abituato ormai a consumare e con la delusione di non
poterlo più fare come prima; il tumulto delle coscienze e la
gracilità delle relazioni sociali favoriscono la tracotanza di chi
sostiene: adesso comando io e tutti zitti!!
Un orpello tristemente famoso del tempo del fascismo che
pullula qua e là sul territorio nazionale, alimentato ora come
allora dal sottoproletariato che alza la testa inconsapevole e
sofferente nella crisi profonda di un proletariato orfano della sua
stessa consapevolezza; esso trova alimento soprattutto nelle aree
del paese più esposte al costume del non sviluppo, della cecità
da paura e da ignavia scambiata per “moderatismo”, secondo il
rito antico del baciamano. In un luogo così intercluso dalla crisi
globale, parliamo del paese, il compito di rinascita è collettivo e
nessuno si può escludere, ne può esserci qualcuno o qualche
istituzione che possa chiamarsi fuori.
Se c’è chi dice, io non c’entro, questi è chi si compiace di
leggere ancora oggi il Corriere dei Piccoli, che non si pubblica
più da molti anni.
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