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E’ un segno positivo di una democrazia in crisi ma che ha
consolidato il rispetto per il diverso, come ancora oggi si
presenta Grillo. Nelle esternazioni di Grillo, vista la sua capacità
di tenere il pubblico con le sue “prolusioni” fra il serio e il faceto
fra l’altro da sempre la sua caratteristica di intrattenitore satirico,
abbondano le espressioni marcate e forti, diciamo così, ma
perché obiettivamente la sperimentazione di un simile
linguaggio ha dato il successo che probabilmente nessuno si
aspettava, né si può pretendere che egli si esprima con il lessico
paludato dei politici consumati, allevati alle scuole dove il
cinismo del dire e non dire prevale come la forma sulla sostanza.
Una volta si sarebbe chiamato qualunquismo quello del lessico
aggressivo ed irriguardoso, acritico e informale segnato da
espressioni che colpivano in quanto nel migliore dei casi
significavano battere i pugni sul tavolo, segni della credibilità
pomposa e nerboruta del protagonista. In proposito non
dimentichiamo le polemiche, quelle “atroci”, dei democristiani
contro i comunisti e dei comunisti contro i democristiani. Quel
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