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Probabilmente è vero che lo “stato sociale” ha perduto nel
tempo il suo senso originario, cioè di provvedere ad erogare
interventi pubblici per fornire assistenza e altri servizi primari a
chi non poteva pagarli.
Tutti i cittadini cioè avrebbero dovuto avere la stessa possibilità
di utilizzare servizi pubblici primari, la sanità, l’assistenza
sociale, la scuola, insomma l’area del bisogno primario che nel
tempo si è andato diffondendo.
Invece il sistema è finito per fornire servizi senza distinzione di
reddito ed a costi indistinti a “classi medie e medio alte, il più
delle volte non riuscendo a proteggere i veri deboli”
Paradossale: per la erogazione dei servizi pubblici il ricco è
uguale al povero non viceversa!!
Di principio questa rimane sempre una contraddizione ma per
superare le obiezioni fra lo stralunato e il sofistico, diciamo che
è possibile come è stato possibile realizzare un sistema
universalistico a costi non differenziati.
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