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indietro l’ideale imperiale di Carlo Magno e poi di Federico
secondo, assistiti entrambi dalla convinzione, della Chiesa del
tempo, della unicità e unità del cristianesimo. Poi il salto nella
storia degli Stati nazionali del sei-settecento.
Sosteneva Federico Chabod che non è tanto da discutere se
esista una Europa, quanto il momento in cui essa acquista
coscienza di esserlo.
Il concetto di Europa si formò e il suo divenire continua a
formarsi in contrapposizione con la “non Europa”, cioè con la
Europa che, in alcuni momenti ha tradito il suo volume di civiltà
ed a volta, come al tempo attuale, si è ridotta a campo di attività
di chi, strumentalizzandone le potenzialità, la trascina
nell’oscuro antro delle speculazioni finanziarie, ridotta a nuova
colonia soggetta ai satrapi, così mortificandola nelle
idealizzazioni politiche di sintesi.
Non ci sarà molto tempo e il dilemma si porrà in maniera
definitiva, malgrado la inafferrabilità del nemico, come evocato
da Amleto. Potrà essere che il dilemma non rimanga così
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