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propria famiglia e per gli animali sempre al seguito; durante
questo campare la vita si infiammava con quel rito, chissà
per ingraziarsi gli elementi atmosferici acchè fossero
benigni, come in un evento arcaico e pagano.
Processioni animano le viuzze strette mentre con ferocia e
rabbia viene abbattuto l’abete più alto issandolo nel cuore
del Paese per farne un albero della Cuccagna. È la rabbia
ottusa della Calabria degli anni ’50.
Che oggi continua ad avere bisogno di un albero da
abbattere, di un riscatto gridato ma gutturale, si tratti di
posti di lavoro o di sussidi sanitari, magari con l’aspirazione
di costruirla una via d’uscita ma con l’aiuto da chi non è in
grado di offrirtelo.
A singhiozzi e conati, tutto si copre sotto la coltre lattiginosa
di un Contagio intimamente estraneo ai calabresi,
anch’esso!!
*** Il Documentario è visibile su Youtube
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