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UNESCO
“I Longobardi del Sud”
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Il 29 giugno 2011 l'UNESCO ha inserito “I Longobardi in
Italia, i luoghi del potere (568-774 d.C.)”
fra i siti “Patrimonio dell'Umanità” in Italia. Ne
fanno parte sette località unite da un comune denominatore,
un itinerario culturale che segue le tracce dei Longobardi,
il popolo germanico che invase l'Italia nel V I
secolo dopo Cristo,
contendendone il territorio alla dominazione bizantina.
Fu il loro condottiero Alboino a guidare l'invasione
teutonica, conquistando dapprima parte del Friuli (correva
l'anno 568), poi tutto il nord, la
Toscana e le zone appenniniche del centro-sud. Una invasione militare a
tutti gli effetti, e una dominazione dalla mano pesante, ma
che gradualmente andò ad integrarsi, anche grazie alla
conversione cristiana del popolo longobardo.
I longobardi ebbero un ruolo importante nelle zone
appenniniche del centro Italia, e l’itinerario prosegue in
Umbria, dove a Campello sul Clitunno c’è il famoso sacello
del Tempietto, non distante dalle famosi funti del Clitunno.
Ad esso si aggiunge Spoleto dove troviamo la notevole Chiesa di San Salvatore.
L'itinerario UNESCO prosegue in Campania, a Benevento con l'antica chiesa di Santa Sofia, dalla forma originale,
con annesso chiostro e abbazia, e in Puglia a Monte Sant'Angelo. Qui troviamo uno dei luoghi della cristianità più
antichi d'Italia: è il Santuario di San Michele Arcangelo,
con la chiesa costruita intorno alla grotta dove la
tradizione vuole sia apparso l'Arcangelo Michele
Luogo di culto:
Armi di S. Angelo (Comune di Nocara); Monte S. Angelo
(Castrovillari);
Santuario di S. Michele (S. Donato di Ninea);
S. Michele (Mendicino)
Necropoli:
Timpone del Pagliaro (Comune di Valsinni)
Celimarro
(Castrovillari); Torre Toscana (Belsino)
Gli studi e la narrazione storica di cui sopra
intende sostenere chi è titolato a richiedere all’UNESCO la
estensione alle testimonianze archeologiche ed artistiche
longobarde in Calabria nel “I Longobardi in Italia, i luoghi
del potere (568-774 d.C.)”
fra i siti “Patrimonio dell'Umanità”.
I Longobardi del Sud a cura di Giuseppe Roma |