Navalny - di Franco Petramala

il Fondino del 24 febbraio 2024

Navalny

di Franco Petramala

442 a.c. Sofocle fa rappresentare “Antigone” in Atene. La vicenda da millenni viene raccontata: Creonte, re di Tebe, condanna a morte il nipote Polinice, reo di avere cospirato contro lo stato, decretando che il corpo non venisse sepolto ma esposto alle intemperie. Antigone, sorella del condannato si rivolge allo zio chiedendogli di potere seppellire il fratello, appellandosi alla pietà umana ed alle leggi morali che, pur non scritte stanno sopra le leggi scritte. Creonte nega quella grazia, infine se ne pente. Ma Antigone, disperata, si sarà già uccisa accanto al corpo del fratello.

All’alba della nostra civiltà Omero descrive nel 24° canto dell’Iliade, la scena del vecchio re di Troia Priamo che si reca da Achille che ha appena ucciso il figlio Ettore, per avere il suo corpo. Infine Achille è toccato dal pianto dirotto di quel padre e si alza per raccogliere le mani di lui mostrando pietas. È il passaggio dalla crudezza delle leggi scritte a quelle non scritte della pietà dell’umanesimo.

La madre di Navalny in granaglie, dopo 27 secoli reclama, ma inutilmente il corpo del figlio.   

 

Franco Petramala