Ieri Walter Brenner riferiva che l’inganno e le mistificazioni
segnano la rottura tra la cosa e la parola. Ed è da condividere.
Ora – aggiungeva - il nostro tempo è dominato da una
“materialità che si nasconde e si mescola alla virtualità”.
Tutto questo però, non potrebbe accadere senza l’ausilio delle
parole.
La parola è un farmaco che può significare alternativamente cura
e veleno.
Il 28 ottobre 1940 Mussolini attaccava la Grecia con immediati
insuccessi. Il 18 di quello stesso mese da Palazzo Venezia il
Duce aveva tuonato: “Spezzeremo le reni alla Grecia” La folla
aveva applaudito.
Il 13 maggio 1940 alla Camera dei Comuni, W. Churchill,
presentando il governo, afferma: “Non ho nulla da offrire se non
sangue, fatica lacrime e sudore”. La Camera gli dà la fiducia.
Nel Caso di Churchill, Cicerone avrebbe evocato gli
“eloquentes”, quelli cioè che alla capacità oratoria aggiungono
la sapienza; nel caso di Mussolini, invece, avrebbe evocato i
“loquentes” cioè i demagoghi.
Gli esempi recenti non mancano: Giorgetti per la manovra di
bilancio ha prospettato tagli e sacrifici per tutti. Subito
Palazzo Chigi ha precisato che le parole di Giorgetti erano
state malamente interpretate.
I “loquentes “dicono solo quello che ti vuoi sentir dire!!