“Rem tene, verba
sequentur” sosteneva Catone. Il prof Ivano Dionigi, illustre
latinista, ex Rettore di Bologna e Presidente Emerito della
Pontificia Accademia di Latinità, ci ricorda che ormai il patto
tra le cose(le res) e le
parole (i verba) si è rotto. Le parole non colgono più le cose.
La parola è solo un vocabolo,un “medium comunicativo”.
Negli ultimi
tempi, infatti, si sta accentuando la crepa tra le parole e la
realtà, spesso, quello che si dicenon ha riscontro
nella realtà fattuale. Ogni parola dovrebbe avere, invece, un
significato riconducibile aduna “cosa
concreta”. La Guerra ad esempio si riduce ad “Operazione
speciale”, la “dignità” che è parola digrande
significato si associa ad un decreto. Nel 1991 Tremonti a
proposito di “condono” scrisse che questasorta di
“suicidio fiscale in Sud America si adottava dopo il Golpe, in
Italia prima delle elezioni”. Il condonoetimologicamente
significa dare un dono. L’imperatore Adriano fu il primo a
cancellare i debiti dei sudditi. Ora il condono
si associa alla parola “Pace” e diventa Pace fiscale.
Di qui
l’esigenza prospettata dal Prof. Dionigi, di fronte al dilagare
dello squilibrio linguistico, di una sortadi “ecologia
della parola”.
Un esempio
recentissimo di un messaggio politico che smentisce il patto di
catoniana memoria: Conteafferma: Il
“Campo largo” non esiste più!! Conte dichiara l’estinzione di
una cosa che non è mai esistita.
Il Campo largo
era ed è solo un vocabolo. Esempio lampante della rottura tra la
cosa e la parola!!
In una società
dematerializzata dove tutto è evanescente, forse le parole, non
seguiranno più le cose.