Ebrei e Palestinesi - di Vitaliano Gemelli

il Fondino del 13 novembre 2023

Ebrei e Palestinesi

di Vitaliano Gemelli*

Sarah e Agar possono rappresentare due condizioni diverse di essere donna, senza che il ruolo di ciascuna sia menomato; Sara non può avere figli e invita Abramo a procreare con la sua schiava; Agar, la schiava procrea con Abramo Ismaele e Sara diventa gelosa; Sara con Abramo procrea Isacco e, nella fanciullezza, Ismaele e Isacco giocano insieme, ma Sara vuole discriminare Ismaele e scaccia Agar; Dio, che vede Agar nel deserto in procinto di soccombere con Ismaele, la chiama, le fa trovare un pozzo, li disseta e promette che Ismaele avrà una numerosissima discendenza, così come aveva promesso ad Abramo e Sara per Isacco; quindi mette alla pari i figli delle due donne, distaccandoli dalla limitazione della condizione umana, dalla dicotomia padrona-schiava, in definitiva dalla visione terrena di dignità diverse, affermandone l’uguaglianza.

Nel ruolo della donna si gioca l’esistenza del genere umano, che ha nella donna l’elemento indispensabile, insostituibile, necessario per generare la vita in ogni essere vivente, a partire dal Paradiso Terrestre.

Ovviamente il ruolo della donna non è evidenziato solamente dal Cristianesimo, ma è presente in tutte le altre culture del mondo, perché è un ruolo di natura.

Il libero arbitrio lasciato all’uomo consente la possibilità della scelta e la prima scelta è quella che si sostanzia tra la vita e la morte, tra il bene e il male, tra la giustezza e l’errore, seguendo il parametro dell’etica naturale.

Il limite umano può portare all’errore, perché il limite, proprio perché tale, non consente di avere e prefigurare la completezza degli effetti di ogni azione umana, che è frutto della scelta e quindi dell’assunzione di responsabilità per averla compiuta.

La natura crea tutti gli esseri viventi con la necessità della socialità (la procreazione degli esseri viventi avviene con l’unione dei due generi);

La necessità della socialità crea la comunità e il presupposto della comunità è il rispetto dell’altrui diversità;

La diversità è la ricchezza degli esseri viventi, perché procede all’adattamento degli stessi alle condizioni di vita e relazionali date al momento;

L’adattamento sostanzia l’evoluzione e il miglioramento delle condizioni di vita, alle quali tutti gli esseri viventi aspirano, perché hanno innato il principio di sopravvivenza (in natura non è concepito il suicidio, solo l’uomo lo può attuare in condizione di aberrazione mentale, causata dalla estrema disperazione).

Secondo la scienza e la filosofia questo è il percorso che l’uomo ha avuto e continuerà ad avere e tutto quello che lo farà deviare da tale percorso lo porterà all’errore.

Negli ultimi trent’anni la “globalizzazione senza regole”, la cancel culture, il politically correct, l’omologazione dei linguaggi attraverso la diffusione dell’informatica, hanno preteso di assegnare alla comunità mondiale un percorso che negasse le radici e azzerasse le differenze e la comunità mondiale si è ribellata, rispondendo con i vari sovranismi più o meno cruenti.

Le tante guerre presenti nel pianeta nascono e si protraggono nel tempo perché la prepotenza e la prevaricazione del “più forte” prevale, annientando il principio di uguaglianza e di pari dignità; se si rispettasse il principio che i territori sono dei popoli che vi abitano, l’uso delle risorse deve trovare un equilibrio tra le esigenze dei cittadini dello Stato e il fabbisogno della comunità internazionale, con l’obiettivo di un reciproco beneficio.

La convivenza tra Israeliani e Palestinesi sarà possibile quando prevarrà l’emarginazione dei fondamentalismi e degli estremismi di qualsiasi natura (anche religiosa come gli Islamisti e gli Haredim) e prevarrà il senso profondo del rispetto della diversità e l’impegno della sua armonizzazione, nell’interesse generale della evoluzione nella condizione di Pace.

Vitaliano Gemelli*

* ex deputato nazionale ed europeo