MIGRAZIONI, UMANESIMO E CIVILTA’ (da La Civiltà Cattolica n° 3976 del 27 febbraio
2016 )
Bisogna essere grati ai migranti venuti in Italia e in Europa
certamente
per un motivo: ci aiutano a scoprire il mondo. Ho vissuto in
Giappone per più
di trent'anni e ho lavorato per quattro anni in un centro
per migranti, la cui maggioranza non ha documenti in regola.
Parlo
dunque per esperienza vissuta. E, proprio alla luce di ciò che
ho vissuto, lo confermo: le migrazioni sono una sorgente di
benefici per i vari Paesi,
e lo sono state da sempre, nonostante le difficoltà e le
incomprensioni.
La comunicazione tra le varie civiltà
avviene, infatti, attraverso i rifugiati
e i migranti: è così che si è creato il mondo che conosciamo.
Non si
è trattato soltanto di aggiungere culture a culture: è avvenuto
un vero e
proprio scambio. Questo ci dice la storia. Anche le religioni —
il cristianesimo,
l'islam e l'ebraismo — si sono diffuse nel mondo grazie ai
migranti
che hanno abbandonato i loro Paesi e si sono mossi da un luogo a
un altro.
Per questo occorre essere grati a loro, perché
ci hanno «dato» il mondo, senza il quale saremmo chiusi dentro
la nostra cultura, convivendo con i nostri pregiudizi e con i
nostri limiti. Ogni Paese corre il rischio di rinchiudersi in
orizzonti molto limitati, molto piccoli, mentre grazie a loro il
cuore può aprirsi, e anche lo stesso Paese può aprirsi a
dinamiche nuove.
Adolfo Nicolas S.J. Superiore
Generale della Compagnia di Gesù