Nel disperato e disperante tentativo di individuare la somma
autorità, non c’è chi non veda il Parlamento italiano luogo di
contrattazioni, scambi ricatti e baratti, estranei al flusso
vitale della vita non felice di cittadini disperati e impotenti,
a volte indolenti a
volte tragicamente rassegnati.
Il suk è il tipico
mercato arabo all’aperto o al chiuso, vociante esplicito e
sfrontato a cagione della mercanzia
esposta o messa da parte per i clienti migliori, quelli più
esigenti e quelli il cui denaro di più pesa e quindi vale di più
in virtù di una valutazione primitiva perché incolta.
Viene negata la autorizzazione a procedere nei confronti di una
gigante della dottrina
morale della Lega Nord. Aveva formulato apprezzamenti offensivi,
a dir poco a sfondo razzistico, nei confronti dell’On Kienge del
PD, di pelle nera.
Ella
dichiara: «Non polemizzo, ma una domanda a quelli del mio
partito che hanno votato così voglio rivolgerla: si sono
interrogati sul serio sull’effetto che avrà questo voto, da
domani? Con che coraggio potremo trasmettere il valore di
custodi dei diritti ai giovani?".
E non solamente ai giovani perchè il quesito è se questa nostra
civiltà può continuare a germinare cose positive e a
confrontarsi con la forza morale indispensabile con chiunque,
per ciò che è inclusivo e quindi di speranza per tutti in un
ecumenismo che coinvolga e non crei differenzea tutti i costi.
E quando si nega la autorizzazione a procedere per un
parlamentare affinchè venga sottratto al giudizio in sede
civile, nemmeno in sede penale, dopo che i corresponsabili per
lo stesso fatto e nella medesima circostanza erano stati
condannati per diffamazione, è in Parlamento o nel suk che
accade?
Nemmeno la “exceptio veritatis” è convincente nel Suk.