L’Erbivoro ha lo sguardo fisso, quasi assente, vedi l’ovino
belante. Il Carnivoro ha lo sguardo intenso, verso l’orizzonte e
diritto.
Un erbivoro ha alla sua portata ciò che gli serve per nutrirsi,
basta che si impegni a trovarlo, le migrazioni sono sufficienti
per procurarselo seguendo l’odore della pioggia, i suoi
movimenti sono lenti e costanti.
Il Carnivoro deve cercare ciò che gli serve, deve scovare la
preda, preparare l’agguato alzando l’ingegno, immobile pronto
allo scatto, sonnecchiando a lungo ma sempre vigile.
Gli Erbivori vivono in gruppi numerosi, i Carnivori fra pochi
individui; gli
Erbivori per difendersi si riuniscono in branchi numerosi, i
Carnivori cacciano in coppia o da soli. Gli Erbivori mugugnano
senza alzare la testa, i Carnivori lanciano pochi ma
significativi segnali vocali.
Tuttavia entrambi non aspirano alla immortalità.
Trilussa o Fedro assegnano caratteristiche dolci e lamentevoli
agli erbivori, di tono compassionevole, al massimo scampoli di
saggezza della rassegnazione, ruolo di vittime sacrificali per
infingardi e presuntuosi carnivori.
Gli Erbivori, per scampare ai pericoli, si difendono fuggendo o
attaccando a loro volta scalciando, il più delle volte si
mimetizzano nel gruppo, convergono al centro per lasciare a
qualche loro simile il posto esposto all’attacco dei nemici.
Gli erbivori sono generalmente
riconoscibili da un corpo perfettamente modellato per la corsa:
fisico asciutto, lunghi arti, zoccoli adattati a seconda della
specie e dell'ambiente. Oltre ad una corporatura
generalmente possente, queste specie sono dotate di un
armamentario pesante, corna possenti e affilate, zoccoli forti e
anche dentature niente male. I favolisti hanno dato sempre una
interpretazione narcisistica di tali caratteristiche.
Una favola di Fedro ritrae il carnivoro in
presenza di erbivori e davanti ad una preda ed a scanso di
equivoci dice: “Questa parte è per me
perché son Leone; la seconda è la mia per obbligo perché son
vostro socio; la terza per merito perché son valente;in quanto alla quarta perché per chi vuol contrastarla
son botte.”
Tuttavia entrambe le specie sono condannati a vivere in
simbiosi, rimanendo distinti ma non molto distanti. La catena
alimentare lo esige.
Negli Erbivori i maschi hanno le corna e nei Carnivori chi
provvede a cacciare e quindi a procurarsi il cibo quotidiano
sono le femmine.
Gli Erbivori non si stancano mai, ciondoloni brucanti e monotoni
come sono, i Carnivori quando sono stanchi si arrendono mentre
gli uomini spesso non hanno la forza di arrendersi.
Nel caso del genere umano entrambi le specie aspirano alla
immortalità ed a volte le domina la tentazione di diventare
onnivori. Compromissori come spesso sono, impauriti da sé
stessi, non pongono limiti alla lorovoracità, per questo hanno trovato l’alternativa della
onnivoracità. Comunque vada la sopravvivenza è assicurata.
E poi, vuoi mettere la comodità di vivere in armonia con sé
stessi con l’armonia di vivere secondo i rigidi principi
dell’essere erbivori o carnivori?
Anche se,
in tal caso, perdono l’occasione di distinguere uno spumante
italiano da uno champagne francese !!!