Con il
desiderio grande e l’attesa vigile anche io ho visitato più
volte la stanza dove è esposto il quadro della Gioconda.
In mezzo a
tutti quei giapponesi non è facile la concentrazione anche se
silenti e discreti come sanno essere. E poi la distanza imposta
per la osservazione del quadro non coinvolge come tanti altri
famosi e ispirati dipinti e tuttavia quella piccola effige, che
per la verità immaginavo di dimensioni maggiori, ha offerto la
increspatura leggera sommessa e ammiccante del suo sorriso, ma
non sono giunto all’entusiasmo che pure mi aspettavo.
Ero
peraltro incuriosito da un invito alla investigazione, fra
l’irriverente e il morboso, che mi proveniva dal dubbio, diffuso
fra gli studiosi, se il soggetto ritratto da Leonardo fosse Lisa
Gherardini oppure Gian
Giancomo Caprotti, giovane allievodel Maestroe suo innamorato.
In
verità ho sempre pensato che una opera d’arte non potesse avere
contenuti di genere, femminili o maschili, ma sempre
rappresentasse o sfiorasse un tertium genusdi identificazione, quasi una neutralità
che lo preservasse e lo salvaguardasse dall’essere in un campo
invece che in un altro, quasi
a sostenere la universalità dell’arte o, ma è argomento molto
difficoltoso, la sua divinità.
Confesso
che questa premessa miè sembrata attinente,
pur se per un solo istante e per pudicizia, ad un fatto di
cronaca che riguarda proprio i Bronzi di Riace.
Il
fotografo molto noto Gerald Bruneau,
allievo di Andy Warhol, ha ritratto con
il velo da sposa, un tanga leopardato ed un boa fucsia il
guerriero A.
Voci
di scandalo ce ne sono state, ma sembra prevalere lo spunto
umoristico che suggeriscono le foto.
D’altra
parte mille volte ho visto la Gioconda “allestita” con
deformazioni di immagini ed aggiunte di orpelli che
trasformavano quel soggetto proprio in un ragazzo avvenente, in
virtù di effetti speciali offerti dal computer.
Né
chi non ha avuto spirito può giungere a definire riprovevole
questa sperimentazione tecnico artistica, tradendo la
preoccupazione dell’attentato alla immagine di virilità dei
guerrieri.
Che
i bronzi siano espressione artistica suggestiva e sublime è per
tutti così, come naturalmente è una delle espressioni più
suggestive dell’arte pittorica il ritratto di Monna Lisa sia se
il soggetto del quadro fosse maschio sia se fosse femmina.
Forse
è vero che nella sua universalità l’opera d’arte ha un che di
divino ed è tale proprio perchéil soggettopuò non essere qualificato di genere.