Dissenso e Dissenso

il Fondino del 31 Marzo 2013

Dissenso e Dissenso

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Ho discusso con parecchie persone delle vicende politiche di questi giorni.

Della formazione del nuovo governo dopo le elezioni, in particolare.

Prevalgono solamente impressioni. Non veri e  propri ragionamenti: il clima non è nemmeno di discussioni animate o di polemiche.

La gente non si appassiona più a queste cose o almeno la curiosità è molto diminuita se non scemata, prevalendo delusione o rassegnazione per ciò che non si risolve.

Il viso, il viso dei protagonisti è emblematico.

Quello dei capigruppo di 5 Stelle è preoccupato, teso, attento a non sbagliare inflessione della voce, a non sbagliare vocabolo attributo o appellativo che sia, a non tradire neanche la preoccupazione di temere di tradire la consegna.

I visi di Berlusconi e dei Berluscones sono maschere appiccicate ai faccioni, timorosi e certi allo stesso tempo di non riuscire più a toglierle. Il loro destino è segnato e il loro viso sarà eternamente quello della loro maschera.

La costanza della espressione di Vendola e del suo vocabolario più che da una conferma è segnata dalla ripetitività, come quella degli altri, ma offre un poco di delusione in più !

Quelli della lista civica si confermano piuttosto ombre cinesi e non si materializzano.

Che doveva fare Bersani? Nulla di più di quel che ha fatto: è sparito dai teleschermi, che essendo i luoghi istituzionali più istituzionali che siano rimasti, può far dire che è come sparito dalla scena politica.

 Fin qui gli uomini, le bestie e le virtù nascoste.

 Ieri sera Crozza ha evocato, ha fatto balenare, come se soffrisse lo scrupolo di svelarla, una responsabilità tonda tonda anche del Presidente Napoletano, di cui finora e, ritualmente, nessuno aveva mostrato neanche il refolo.

C’è stato di suo nel groviglio di un gomitolo inestricabile in cui è imprigionato il Paese, peraltro intinto in una maleodorante mistura di degrado morale intellettuale, naturalmente politico e di costume, che ne ha fatto un corpo compatto che si farebbe prima a buttare anzicchè a porvi rimedio, come sostiene un personaggio ectoplasmatico di mia conoscenza.

 In tanti, anzi in molti, hanno ritenuto finora che dopo le dimissioni del Governo Berlusconi a novembre 2011 la scelta di non andare alle elezioni fosse stata del PD; per una sorta di maledizione in capo a questo partito ed ai suoi ascendenti storici, coincidente con la inconcludenza ed il complesso di Annibale che, pur di evitare di entrare in Roma per una sorta di patema d’animo, si fece ammollare negli ozi di Capua.

Le valutazioni sarebbero congrue se così si concludesse, ma se invece della maledizione fosse stato il consiglio di Napoletano, infine deciso e perentorio, a convincere Bersani e compagnia bella, inculcando loro la convinzione che tanto sarebbe stato meglio frapporre un governo tecnico – tecnico che avrebbe fatto il lavoro sporco di rimettere in sesto i conti pubblici e la  credibilità in Europa ?

Dopo le elezioni, si diceva. sarebbe stata una passeggiata e il PdL, sconfitto, avrebbe da sé stesso archiviato il suo stesso ruolo in una società come quella italiana, comunque caratterizzata in parte dai valori e dai disvalori della destra politica, oggi rappresentata da Berlusconi, ancora di più dopo le lezioni.

Bè, Napoletano ci ha azzeccato e da buon ex comunista ha mostrato la impertinente non volontà di assumere responsabilità grandi per il paese e di giocare a chi vive e fa vivere con le promesse e le prospettive di un futuro migliore. Millenarismo misto a credulità sulle ipotesi impregnate intinte di utopie, sostanzialmente orientati a prolungare in eterno la lunga marcia attraverso la società italiana teorizzata da Gramsci ma malintesa da chi lo ha decisamente frainteso.

Ai miei amici con cui ho conversato non piace neanche questa idea bislacca di comporre un pool di pensatori che facciano passare un tempo, che intrattengano il paese con i loro conversari più o meno dotti, promettendo che il risultato del lavoro duro e puro lo redigerebbero in un libro bianco ad uso di….nessuno.

Così tanto per far trascorrere il tempo in attesa che spiri il settennato di Napoletano e così si faccia riprendere fiato a tutti, al PD impoverito dall’esito elettorale, al PdL che pur di offrirsi ed entrare in un qualche contesto che conti qualcosa, accetterebbe tutto tutti e di tutto.

Due coerenze però ci sono ancora in questo guazzabuglio.

Quello del Movimento Cinque Stelle; gli si rimprovera di non aderire ad alcuna richiesta di collaborazione. Ma non è questo il ruolo ed il compito dei Grillini e coerentemente rifiutano.

L’altra coerenza è quella di Bersani che ha condotto le trattative in linea con il mandato elettorale che non contemplava accordi con il PdL.

Così come ha fatto bene a condurre consultazioni estese, estese quanto dovevano essere per non consentire a chicchesia di sostituirlo alla ricerca del consenso parlamentare. Questo almeno formalmente; cioè ha consumato fino in fondo tutti i passaggi ed in forza di ciò rimane ancora una sia pur filiforme sua qualifica Presidente incaricato.

Adesso è stata nominata la Commissione che deve intrattenere gli italiani per il tempo necessario allo spirare del mandato presidenziale. Quel che succederà martedi all’apertura dei mercati finanziari non sappiamo, quel che sappiamo è il senso di prostrazione in cui è stato buttato il paese e ci aspettiamo di continuare a vivere in mezzo alla gente che impoverisce sempre di più, fino alla fame vera !

C’è chi tra i figuranti di Berlusconi, rimprovera a Bersani di avere fatto perdere tempo con le consultazioni lunghe ed in attesa di Grillo.

Naturalmente si guardano bene dal rimproverare a Napoletano di fare perdere molto più tempo, in vista della soluzione da dare alla crisi, istituendo ed insediando la Commissione di esperti, tutti dal profilo intellettuale indiscutibile come ritualmente si suol dire.

Perché?

Perché ?  perché evidentemente quella destra italiana di cui abbiamo accennato poco prima, è d’accordo.

E se accogliessimo qualche riflessione contraria ?

Il Governo Monti continua a governare e la Commissione (questo termine è equivoco ed inquietante) elabora le misure che il Parlamento dovrebbe approvare in tempi rapidi. Insomma un doppio livello di governo. La normale amministrazione e la Commissione che fa proposte al Parlamento.

Quali?

Quelle di natura economica e quelle di riforma istituzionale se non costituzionale.

Naturalmente la legge elettorale dovrebbe essere l’ultima, altrimenti che gusto c’è?

Chi ha in mano il comando non vuole mollarlo,,,,

Poi arriverà il momento del cambio della guardia al Quirinale e il nuovo Presidente si troverà una serie di proposte fatte, tranne quella elettorale che dipende non dall’accordo in Commissione, ma dai capi partito.

E siccome la pietra dello scandalo è la legge elettorale, il nuovo Presidente nominerà un nuovo governo e poi….ma solamente dopo….stimolerà l’approvazione di una nuova legge elettorale.

Se invece un governo non sarà possibile farlo comunque, allora il nuovo Presidente dovrà scegliere se continuare a fare funzionare la Commissione perché il Parlamento approvi una nuova legge elettorale, oppure….oppure?

Oppure scioglierà le Camere perché si torni  votare con questa legge.

 Insomma il golpe consumato nel 2006 con l’approvazione del Porcellum…continua…..   

Niente male, se il Paese va alla rovina, la gente sempre più numerosa affronterà disagi indicibili, la vita democratica svanirà nel nulla, ….


Franco Petramala