Giulio Cesare

il Fondino del 29 Ottobre 2013

Giulio Cesare
di William Shakespeare
- Atto terzo

Orazione di Antonio davanti al corpo di Cesare.

“Signori, se io tentassi di scatenarvi mente  e cuore alla sommossa e all’ira, farei un torto a Bruto e un torto a Cassio che, è notorio, son uomini d’onore; e un tale torto a loro io non farò; preferirei far torto a questo ucciso, fare torto a me stesso, a voi, piuttosto, che far torto a uomini d’onore come loro.

Ma ho qui una pergamena col sigillo di Cesare: l’ho trovata nella sua biblioteca; è il suo testamento; se il popolo conoscesse questo testamento – perdonate, non sono autorizzato a leggerle – si precipiterebbe in massa a baciare questa salma, ferita per ferita e a intingere i fazzoletti nel suo sacro sangue. Oh, si ! a chiedere un capello per ricordo, trasmettendolo poi alla sua morte, per testamento, come un ricco legato, al discendente.

Voci: vendetta corri, cerca, brucia, fuoco, traditori…..

Ma se io fossi Bruto, e Bruto Antonio, qui ci sarebbe ora un Antonio capace di infiammarvi gli animi e dare una  lingua a ciascuna ferita di Cesare, così da spingere anche le pietre di questa Roma a ribellarsi a insorgere…..”

La retorica di Antonio…”se il popolo sapesse”……

Oggi ci provano in tanti ad essere Antonio…”se il popolo sapesse”…..

I guasti della personalizzazione della politica, della burocratizzazione del dissenso, dell’assalto alla diligenza senza ritegno; a negare il “giusto” e ad accettare i negazionisti, delle leggi dall’odore di democraticismo becero e scopiazzato, senza costrutto reale e senza rispetto della identità dell’italiano; tutto secondo il costume del “cotto e mangiato”.

Il credito? Neanche la cambiale. La fiducia? Neanche a parlarne.

Le norme Bassanini hanno piallato la burocrazia locale e ministeriale senza sostituire nulla al suo posto. La eliminazione del controllo preventivo sugli atti amministrativi ha dato luogo alla iperfetazione delle sezioni della Corte dei Conti fino a far confliggere sullo stesso fatto più sentenze contemporanee penale civili e contabili senza principio di prevalenza,.

Ma il popolo  lo sa che gli investitori non vengono in Italia perchè è divenuto un paese di scarsa serietà e affidabilità ridottissima.

Un paese che assiste alle polemiche contro la Bindi Presidente della Commissione Antimafia, dichiarando che non è una esperta di mafia.

 In questo senso dovremmo concludere che se c’è qualcuno che capisce di mafia è il mafioso……Chissà perché allora non si vuole la Bindi !

E tutti questi Antonio che sfidano il popolo a conoscere le cose di Roma l’eredità di Cesare?

Ne dicono di tutti i colori dei costumi del Senato, ma gli Antonio oggi sono comunque i Cassio e i Bruto che hanno assistito Cesare a ciò che dicono di rinnegare.

Sembra una Babele e lo è; l’unica cosa certa e differente rispetto all’orazione di Antonio nella tragedia di Skakespeare è che il popolo di Roma non sapeva.

Oggi non è vero che non sa…..; il popolo italiano sa e conosce ed è informato, solamente che sta muto e zitto, fa spallucce e volta la faccia dall’altra parte volendosi illudere che i visi che vede non sono con il cerone o la maschera, ma nuovi di zecca.

Franco Petramala