“Signori, se io tentassi di scatenarvi mentee cuore alla sommossa e all’ira, farei un torto a Bruto e
un torto a Cassio che, è notorio, son uomini d’onore; e un tale
torto a loro io non farò; preferirei far torto a questo ucciso,
fare torto a me stesso, a voi, piuttosto, che far torto a uomini
d’onore come loro.
Ma
ho qui una pergamena col sigillo di Cesare: l’ho trovata nella
sua biblioteca; è il suo testamento; se il popolo conoscesse
questo testamento – perdonate, non sono autorizzato a leggerle –
si precipiterebbe in massa a baciare questa salma, ferita per
ferita e a intingere i fazzoletti nel suo sacro sangue. Oh, si !
a chiedere un capello per ricordo, trasmettendolo poi alla sua
morte, per testamento, come un ricco legato, al discendente.
Ma
se io fossi Bruto, e Bruto Antonio, qui ci sarebbe ora un
Antonio capace di infiammarvi gli animi e dare unalingua a ciascuna ferita di Cesare, così da spingere
anche le pietre di questa Roma a ribellarsi a insorgere…..”
La
retorica di Antonio…”se il popolo sapesse”……
Oggi
ci provano in tanti ad essere Antonio…”se il popolo sapesse”…..
I
guasti della personalizzazione della politica, della
burocratizzazione del dissenso, dell’assalto alla diligenza
senza ritegno; a negare il “giusto” e ad accettare i
negazionisti, delle leggi dall’odore di democraticismo becero e
scopiazzato, senza costrutto reale e senza rispetto della
identità dell’italiano; tutto secondo il costume del “cotto e
mangiato”.
Il
credito? Neanche la cambiale. La fiducia? Neanche a parlarne.
Le
norme Bassanini hanno piallato la burocrazia locale e
ministeriale senza sostituire nulla al suo posto. La
eliminazione del controllo preventivo sugli atti amministrativi
ha dato luogo alla iperfetazione delle sezioni della Corte dei
Conti fino a far confliggere sullo stesso fatto più sentenze
contemporanee penale civili e contabili senza principio di
prevalenza,.
Ma
il popololo sa che
gli investitori non vengono in Italia perchè è divenuto un paese
di scarsa serietà e affidabilità ridottissima.
Un
paese che assiste alle polemiche contro la Bindi Presidente
della Commissione Antimafia, dichiarando che non è una esperta
di mafia.
In questo senso dovremmo
concludere che se c’è qualcuno che capisce di mafia è il
mafioso……Chissà perché allora non si vuole la Bindi !
E
tutti questi Antonio che sfidano il popolo a conoscere le cose
di Roma l’eredità di Cesare?
Ne
dicono di tutti i colori dei costumi del Senato, ma gli Antonio
oggi sono comunque i Cassio e i Bruto che hanno assistito Cesare
a ciò che dicono di rinnegare.
Sembra una Babele e lo è; l’unica cosa certa e differente
rispetto all’orazione di Antonio nella tragedia di Skakespeare è
che il popolo di Roma non sapeva.
Oggi
non è vero che non sa…..; il popolo italiano sa e conosce ed è
informato, solamente che sta muto e zitto, fa spallucce e volta
la faccia dall’altra parte volendosi illudere che i visi che
vede non sono con il cerone o la maschera, ma nuovi di zecca.