La Monarchia non è né buona né cattiva: è la monarchia.
Non ha nulla di razionale e per tale va considerata, per quanto
subita tollerata o repulsa. Tuttavia è’ un innegabile dato
storico che ha dominato l’organizzazione civile per millenni e
sotto mutate forme prosegue a dominare tanta parte del mondo,
specialmente quando le società, nella modernità, vivono crisi
profonde economiche e di identità.
Una volta accettare la monarchia non aveva alternative, oggi
appare un trasferimento di responsabilità, un alleggerire la
gravosità del provvedere direttamente da parte dei cittadini e
delle sue rappresentanze, ormai conosciute e riconosciute dopo
l’epoca della rivoluzione liberale e dei movimenti popolari.
Oppure è la ostentazione sfrontata, ma efficace negli effetti
comunicativi, di non essere in grado di affrontare la sfida dei
tempi nuovi. Ed allora ci si affida !!
La
fiducia in Berlusconi ha questi connotati.
Ma
nella democrazia italiana o in ciò che rimane della democrazia
italiana, la Monarchia a destra ha il contraltare a sinistra, ma
quest’ultimo ha malamente interpretato il suo ruolo, rendendo
più credibile e quindi salvifico il patronage della monarchia a
destra.
La
Oligarchia invece, nella tradizione occidentale,
è una forma di governocattiva,
non perché formalmente antidemocratica, ma perché usurpatrice
della struttura democratica o monarchica del potere. E’
degenerazione di entrambi i sistemi.
Nella destra italiana è quello che sta accadendo in questi
giorni.
Non sembra tuttavia che nella intenzione dei “ribelli” del PdL
ci sia effettivamente l’esigenza di articolare la destra in
monarchici e in oligarchi, mostrando le differenze fra un potere
assoluto e un potere condiviso seppure di pochi, quindi
formalmente democratico.
Vi sarebbe invece la necessità di riaccreditare un Centro per
tranquillizzare finanza,masse di lavoratori impoverite fino allo stremo, lo
strapotere di poteri intriganti che oggi governano il Paese in
lungo e in largo utilizzando spiate e “Metodi Boffo”, Un Paese
divenuto teatro di vendette plateali che nei loro eccessi di
primitivismo assoluto coinvolgono tutti, istituzioni e gruppi
sociali, mass media e poteri più o meno legittimi e più o meno
occulti, ricevendo da essi protezione in un sistema di
condizionamenti, di minacce e ricatti.
In buona sostanza se il potere politico democratico è forte
nulla impedisce la mediazione fra poteri forti.
Ma se il potere politico democratico è debole e sopraffatto,
tutto diventa teatrino e governo fantoccio, dal Governo al
Parlamento, dagli Enti Locali alle altre Istituzioni, per non
accennare al vuoto dei Partiti ed alla inefficacia e a volte
inettitudine ed opportunismo dei Sindacati.
La
estrema istanza politica è perciò quella di occupare il centro
dello schieramento, dove ambizioni frustrate, prepotenze e
disastro dello Stato e del suo ordinamento, conflitti di
competenza far le istituzioni e conflitti di interesse di varia
natura e forma, possono
continuare a coesistere e a sopravvivere a sè stessi.
Ciò
contraddice lo schema bipolare e alternativo. Lo schema
maggioritario è miseramente alla deriva, al di là delle ciance
televisive.
Il
paese è stato ”gestito” per 20 anni secondo questo schema
“modernista”, malgrado le prediche di chi sosteneva la
“visionarietà” della riforma del sistema, ed oggi le classi
dirigenti tentano di sopravvivererimescolando le carte, con la perpetuazione del sistema
elettorale del “Porcellum”, invenzione “geniale” funzionale
proprio alla degenerazione del sistema maggioritario. Si direbbe
il massimo della depravazione !!
Contrordine dunque, Il sistema non è buono: né il maggioritario
né il proporzionale.
Ed
allora? Poiché non è prevedibile che il rimedio delle Larghe
Intese si rinnovi o duri a lungo, la soluzione “fisiocratica”
sarebbe quelle di un cumulo di presenze, senza andare per il
sottile fra virtuose e degenerate, al centro e….tirare e a
campare !!
A
destra e a sinistra rimanga chi vuole.
Che
l’ambiente parlamentare diventi tripolare quadri polare o altro
non ha importanza; la nuova parola d’ordine, il messaggio
subliminale di moda è: Il sistema è buono se è oligarchico.
Ovviamente alla oligarchia di destra si accoppia volentieri e
“fisiologicamente” la oligarchia di sinistra: ciò che era
incompatibile ed inconfessabile, cioè le relazioni fra destra e
sinistra in ambiente maggioritario, diventa la nuova frontieradella politica militante.
Poiché Berlusconi non sarebbe credibile in questo tentativo di
recupero di credibilità con politiche centriste, essendo le
larghe intese una bugia o una invenzione teatrale, con molta
astuzia, utilizza, al peggio !!, l’avanguardia di Alfano per
rimanere in corsa, affiancandola nella sua vicinanza al Centro
politico e di governo; tanto che dichiara che l’alleanza
concreta fattiva e di intesa, continuerà con la Nuova Destra.
Il
risultato è lo sfacelo. Dopo ventanni di divisioni, contrordine:
si va a alle compromissioni impoverite fino alla pappa
opportunistica, alla marmellata delle culture politiche, in un
Paese sempre di più cumulo di macerie economiche istituzionali e
morali.