IL Papa si dimette

il Fondino del 13 Febbraio 2013

 Un appunto per il dopo elezioni

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a)      La fine delle tentazioni dell’”uomo nuovo”, di lombarda ispirazione, che per ventanni hanno eccitato le fantasie degli italiani.

b)      La riscoperta di un nuovo patto sociale e politico, come quello che ha  caratterizzato gli anni dell’impegno per una nuova Italia.

c)      La riedizione della teoria, del preambolo, della tesi politica che andava sotto il nome di Arco Costituzionale che, pur se deficitario, ritagliava una scelta politica di fondo ed una indicazione progressista dei processi, che negava valore ad ogni “ritorno indietro”.

d)  La debolezza delle intellettualità delle forze politiche, dal 1994, ha reso ancora di più desolante una vita comunitaria decaduta nel valore civile di una società responsabile, come insiste Don Ciotti.

e)  Il valore politico del “lavoro” affievolito assai, il pessimo  funzionamento dello Stato e le motivazioni dei suoi funzionari, il rafforzamento dell’incivile costume difensivo di ribaltamento delle responsabilità.

E’ superfluo in questo appunto citare il peggio a livello centrale e a livello periferico.

Ad ogni notizia di scandalo si riceve l’impressione che tutti scoprano l’acqua calda, ma la opinione pubblica è molto bene informata di come vadano le cose in Italia. Sempre gli scandali hanno accompagnato la politica. Ma oggi è il funzionamento dello Stato nel suo complesso che ha determinato una condizione istituzionale non più quello che dovrebbe essere, ma un’altra cosa che ha più le sembianze di un sottordinamento con sue regole sconnesse ed utiitaristiche, ispirate dalle varie conventicole e novelle corporazioni, che di un ordinamento statuale primario, moderno europeo, che possa essere rispettato e riconosciuto.

I potenti mezzi della comunicazione fanno passare per rivoluzionaria una misura ovvia quale quella della non candidabilità di chi è colpito da sanzioni penali, per statuizione della legge o della semplice opportunità.

Ma questa è cosa ovvia anche perché all’origine ha provveduto la Magistratura. Ancora una volta la politica deve prendere atto dell’intervento di essa a fronte della inerzia della politica. Ancora una volta l’irrompere di Magistrati sulla scena politica.

Quello che invece ancora oggi condiziona la politica italiana è il nascondimento dietro il certificato giudiziario “nullo” di chi, magari abilmente, ha operato saccheggiando risorse pubbliche a fini di arricchimento personale e per determinare fortune politiche che condizionano il cittadino inducendolo in stato servile come accade in tanta parte del mezzogiorno.

E’ cosa singolare che il ragionare sull’Arco Costituzionale, in un incontro organizzato a fine gennaio da Autonomia e Diritti, abbia preceduto l’uscita di Berlusconi sulle giustificazioni al regime fascista.

Meglio consolidare la propria posizione politica elettorale dalla parte di chi viene di fatto escluso dal nuovo Patto costituzionale.

E’ questo il senso delle parole di Bersani: dovessi avere il 51 per cento, chiederei la collaborazioni di altre formazioni politiche. Non già un messaggio degasperiano aggiornato, ma l’adesione alla evoluzione della politica italiana.

La controprova saranno le elezioni, ma se Bersani e la Sinistra non hanno motivo di dialogare con Berlusconi ed il PdL, se Monti non vuole dialogare con Berlusconi né con i suoi, anche se con qualche strizzatina di occhi a transfughi che potrebbero migrare verso di lui, al netto di alcuni atteggiamenti nostalgici di parte dell’UDC, ci si domanda: ma allora la convenzione ad excludendum è già di fatto operante?

Franco Petramala