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il Fondino del 13 Febbraio 2013
Un appunto per il dopo elezioni
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a)
La
fine delle tentazioni dell’”uomo nuovo”, di lombarda
ispirazione, che per ventanni hanno eccitato le fantasie
degli italiani.
b)
La
riscoperta di un nuovo patto sociale e politico, come quello che
ha caratterizzato gli
anni dell’impegno per una nuova Italia.
c)
La
riedizione della teoria, del preambolo, della tesi politica che
andava sotto il nome di Arco Costituzionale che, pur se
deficitario, ritagliava una scelta politica di fondo ed una
indicazione progressista dei processi, che negava valore ad ogni
“ritorno indietro”.
d)
La debolezza delle
intellettualità delle forze politiche, dal
e)
Il valore politico del
“lavoro” affievolito assai, il pessimo
funzionamento dello Stato e le motivazioni dei suoi
funzionari, il rafforzamento dell’incivile costume difensivo di
ribaltamento delle responsabilità.
E’ superfluo in
questo appunto citare il peggio a livello centrale e a livello
periferico.
Ad ogni notizia
di scandalo si riceve l’impressione che tutti scoprano l’acqua
calda, ma la opinione pubblica è molto bene informata di come
vadano le cose in Italia. Sempre gli scandali hanno accompagnato
la politica. Ma oggi è il funzionamento dello Stato nel suo
complesso che ha determinato una condizione istituzionale non
più quello che dovrebbe essere, ma un’altra cosa che ha più le
sembianze di un sottordinamento con sue regole sconnesse ed
utiitaristiche, ispirate dalle varie conventicole e novelle
corporazioni, che di un ordinamento statuale primario, moderno
europeo, che possa essere rispettato e riconosciuto.
I potenti mezzi
della comunicazione fanno passare per rivoluzionaria una misura
ovvia quale quella della non candidabilità di chi è colpito da
sanzioni penali, per statuizione della legge o della semplice
opportunità.
Ma questa è cosa
ovvia anche perché all’origine ha provveduto
Quello che invece
ancora oggi condiziona la politica italiana è il nascondimento
dietro il certificato giudiziario “nullo” di chi, magari
abilmente, ha operato saccheggiando risorse pubbliche a fini di
arricchimento personale e per determinare fortune politiche che
condizionano il cittadino inducendolo in stato servile come
accade in tanta parte del mezzogiorno.
E’ cosa singolare
che il ragionare sull’Arco Costituzionale, in un incontro
organizzato a fine gennaio da Autonomia e Diritti, abbia
preceduto l’uscita di Berlusconi sulle giustificazioni al regime
fascista.
Meglio
consolidare la propria posizione politica elettorale dalla parte
di chi viene di fatto escluso dal nuovo Patto costituzionale.
E’ questo il
senso delle parole di Bersani: dovessi avere il 51 per cento,
chiederei la collaborazioni di altre formazioni politiche. Non
già un messaggio degasperiano aggiornato, ma l’adesione alla
evoluzione della politica italiana.
La controprova
saranno le elezioni, ma se Bersani e
Franco Petramala