Bersani

il Fondino del 27 Maggio 2012

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La gioiosa (goliardica)
macchina da guerra

La critica se non la censura a Bersani va ribadita, per il modo circostanziato con cui ha risposto alla provocazione dei Berlusconi della elezione diretta del Presidente della Repubblica con il ricatto sotteso di non procedere, in caso di risposta negativa alla riforma elettorale.

 Certamente motivata dai contrasti interni fra chi vuole la alleanza di Vasto e chi vi si oppone aggrappandosi disperatamente al centrismo illusorio della alleanza con Casini perdente.

 Non fosse altro perché, alla sua macerazione dubbiosa, è corrisposta la baldanza goliardica con cui il duo Vendola/ Di Pietro si è presentato alla “7” con l’atteggiamento di sicumera sull’esito del gioco che mal si addice ad un minimo di severità che il linguaggio della politica richiede.

 Dunque, il solito capocomico, il dubbioso amletico senza essere profetico, i ragazzi discoletti.

 Un poco più appartato Grillo, di professione comico, ma accreditato ormai come il più serio se non il più affidabile della compagnia.

 Quelli che continuano a mantenere un atteggiamento di compostezza, Monti e Napolitano, dominano la scena e fanno apparire come inevitabile tutto ciò che inevitabilmente, in altre condizioni, li renderebbe impopolari al popolo sovrano alla disperazione, a volte protagonista di scene tragiche (Brindisi e tutti i suicidi ) a volte in attesa che qualcosa succeda. Da qui la crisi vera!!

 Nulla succederà se non cambia la legge elettorale?

 Roba da specialisti e da avventizi della politica.

 Tutto succederà invece qualunque legge elettorale ci sarà.

Il prezzo? Non è valutabile.

Chi lo pagherà?

Quel popolo e la stessa storia di questo paese irrisolto; irrisolto da tanto tempo, da quando tutti hanno voluto assumere le vesti della democrazia cristiana come  partito di centro che professava l’interclassismo. Una cosa è l’interclassismo della Democrazia Cristiana, peraltro legata ad un periodo storico ben definito, una cosa è la eliminazione delle differenze fra i gruppi sociali ed i ceti, semplificazione comoda per recitare la parte e non per affrontare il tema del futuro di un Paese, tuttora straziato dalle divisioni e dalle diseguaglianze storiche..

 Tutti al centro, quasi tutti moderati.

Nessuno alle estreme perché roba da terroristi…, nessuno conservatore, nessuno progressista.

 Intransigenza ed identità, sono professione di testimonianza civile, sempre !!! anche adesso, soprattutto adesso.

Franco Petramala