Porcellum

il Fondino del 26 Maggio 2012

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Il giorno dello spariglio

Faticosamente ma finalmente ci si avviava all’accordo su una legge elettorale che superasse il “Porcellum” e desse la possibilità di individuare nel voto un atto di democrazia.

 E tutto congiurava per la scelta dell’uninominale con ballottaggio.

 Improvvisamente come nelle migliori tradizioni della commedia dell’arte, la proposta di Berlusconi: Elezione diretta del Capo dello Stato, non dicendolo ma facendo intendere, che ad un rifiuto degli altri a questa proposta, si sarebbe convenuto il fallimento della riforma della legge elettorale.

 Questa della elezione diretta del Capo dello Stato suona sempre come minaccia della destra, perchè la deriva che la ispira e verso cui tende la proposta è il viatico più probabile al regime, anzi alla recrudescenza del regime.

Lo sanno bene i democratici del dopoguerra che hanno strutturato la Costituzione per allontanare quanto più possibile questo rischio, ossessionati giustamente dalla eventualità che si verificassero avvenimenti antidemocratici.

La lezione di Costantino Mortati, giurista calabrese, costituente e democristiano, è da approfondire proprio su questo punto.

La risposta di Bersani alla provocazione di Berlusconi è stata fra l’imbarazzata e la diplomatica, evidentemente temendo, rifiutandola, di attirarsi l’antipatia di quella parte di elettorato a cui piacerebbe questo genere di scorciatoia populistica.

Sarà vero, ma è anche vero che l’elettorato premia la coerenza e la identità culturale  e storica.

L’ha premiata anche nella ultima tornata elettorale sicchè il PD è l’unico partito che, pur in mezzo a mille contraddizioni e dissensi, oggi possa usufruire di una rendita di posizione notevole, quale strutturato punto di riferimento dell’area progressista.

In effetti il rischio è che oggi il PD si contrapponga agli altri partiti della sinistra, come faceva il vecchio PCI, depositario della ortodossia; questo partito dovrebbe invece trovare interessante l’accoglienza delle altre culture fino ad accettarle offrendo un rimescolamento organizzativo e trovando insieme a tutti coloro che ci stanno, una forma partito di tipo laburista, una sinistra cioè  ispirata in maniera univoca alle rivendicazioni del mondo del lavoro da contrapporre finalmente e chiaramente al mondo dei più ricchi e comunque della finanza, rappresentata evidentemente dai partiti della destra.

 Può essere che così facendosi la realtà politica italiana evolve, chiudendo con la definizione equivoca e quasi fosse un territorio, dei “moderati”, sostituendola con la più appropriata di “conservatori”, cioè di una destra coerente e seria con altra dignità politica rispetto a questa di oggi, derivata dalla storia fascista, o derivata dalle ubriacature provinciali della plutocrazia milanese.

 La mossa di Berlusconi è tatticamente ben formulata perché in questo modo fa saltare l’accordo per la legge elettorale e quindi rimanendo il “Porcellum” tranquillizza i suoi peones;  i quali in questi giorni gli stanno inscenando minacce e  pressioni, come quelle di questi mesi dei tassisti, con tutto il rispetto per questi ultimi.

  Franco Petramalaa