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il Fondino del 25 Ottobre 2012
Prediche inutili
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E’ il titolo di una raccolta di saggi di Luigi Einaudi che
avvertiva sulla superficialità con cui in Italia si
consideravano gli effetti del “miracolo economico”; sulla
consapevolezza cioè dell’Italia di fare riferimento a valori
consolidati e nuovi, tanto da rendere coerente il processo di
sviluppo con la eticità del vivere quotidiano.
Aveva tanto ragione che la sua “predica” sarebbe risultata
“inutile” come egli stesso temeva già nel 1959.
“Il fatto è che nella nostra società c’è assoluto deficit di
etica pubblica e una macroscopica carenza negli amministratori
di un reale interesse pubblico”. E’ una affermazione del prof.
Piero Alberto Capostosti in un articolo apparso sul Corriere
della Sera di ieri che, citando Einaudi, esprime la sua angoscia
per la condizione dell’etica pubblica in Italia.
Francamente ogni volta che l’allarme sociale si fa alto, dalla
finestra si assiste alla movimentazione in strada di
volenterosi, poi nei giorni successivi dalla finestra della
televisione si assiste alla movida multiforme colorata e
colorita di rappresentanti del popolo che diventa sempre di più
evanescenti e sempre meno numeroso fino ad assottigliarsi in
pochissime persone.
Cosa è il “non credere”,
descreer in spagnolo e
disbelieve in
inglese, sono espressioni più dure e significative che non nella
versione italiana.
Tuttavia, non essendo una patologia, il valore è quello che
significa letteralmente: “non credono” i cittadini, la perdita
di credibilità è altissima e ormai pressocchè fuori controllo.
Una brutta malattia che non è curabile, non essendo efficaci
medicamenti galenici né medicamenti di sintesi; l’unica cura
sono gli interventi degli sciamani e guaritori che agitando un
osso di animale in una mano e una foglia larga nell’altra,
spandono il fumo da una torcia accesa.
E’ peggio e si spande nell’aire vieppiù il malodore della
insipienza e della ignoranza, della improntitudine dei
gabellieri che ancora approfittano dei creduloni speranzosi.
Brulicano scoraggiamenti dappertutto e non si da pace
l’interventista che rimane immobile, la tolleranza è al bivio
fra la rivolta e la repulsione totale, il cittadino onesto o
disonesto si guarda smarrito attorno cercando e
guardando un poco più
lontano ma vedendo il suo vicino anch’egli curvo sotto il peso
della sue frustrazioni.
Tarda, malgrado tutto, il movimento di Grillo a prendere il
posto di Giannini e non si autoridefiniscono i partiti con il
loro carico di doverosità etica che all’epoca delle ideologie
serviva da filtro al canagliume.
Giacchè i valori non s’inventano, non rimane che porsi
all’ascolto di un misero e speranzoso….”Achtung banditi”.