Berlusconi propone l’alleanza a Casini e Casini teme la
fregatura, ovvero la egemonia della destra nell’alleanza.
L’UDC da sola e
distante, mantiene una fisionomia da giocare in uno scenario
futuro. Vicina o troppo vicina al PDL, sembra che questo
albero più che rimanere con le foglie d’autunno, mostri
foglie posticce.
Si racconta che il Casini abbia reagito, non smentendo la
possibilità di stare sulla stessa Arca, ma sostenendo che
saranno i programmi ed i “pensieri” davanti alla crisi a
creare la convenienza della alleanza.
Timido tentativo di resistenza alla attrazione egemonica….!!
Una cosa Casini credo la conosca bene: la prudenza. Va bene
stare in una alleanza, ma…finire come gli integralisti
croati durante la seconda guerra mondiale - ed un esempio lo
abbiamo in Calabria - è troppo e la Chiesa non incoraggerà i
cattolici democratici ad essere così privi di scrupoli da
avallare la predicazione e la pratica della esclusione di
una gran parte di cittadini con strumenti spesso
gratuitamente crudeli, in nome del motto sempre suggestivo
per alcuni: “credere obbedire combattere”.
La memoria è la memoria e la politica è la politica. Spunti
in proposito, da considerare con attenzione, li ha proposti
Barbara Spinelli nel suo “Moby Dick”.
Naturalmente questo è un ragionamento non solamente per
Casini ma anche per Pisanu, di cui credo di conoscere bene
la sagacia e la determinata fede in alcuni valori
fondamentali dell’uomo e del cittadino.
Ma insomma chi ha volutoe vuole il bipolarismo è davvero convinto che con la
legge elettorale di oggi o con quella che ci sarà, se ci
sarà, il sistema diventerà tripolare? Berlusconi lo sta
dicendo chiaramente a Casini che non sarà così.
A meno che non vada in crisi di collasso l’attuale PD,
dividendosi in due partiti, uno neo socialista e uno ad
ispirazione cattolico-democratica.
A questo punto “l’Arca” diventerebbe un luogo di
aggregazione dove coesisterebbero sensibilità diverse ma in
territorio comune, resista o non resista l’UDC.
Se si accetta la domanda: ma…in luogo delle misure attuali
per raggiungere l’equilibrio del bilancio dello Stato, quali
altre potrebbero esserci? Alla domanda non si risponde,
perché retorica e noncorretta; l’alternativa è recuperare un sistema
complessivo più coerente rispetto ai tempi nuovi, uscendo da
una cultura collettiva defedata, segnata da comportamenti
negativi e disdicevoli, intriso di “non credere” nelle
istituzioni, perché a loro volta dimostrano spesso di non
svolgere appieno il loro del compito.
L’onestà dei cittadini, nei loro comportamenti si ottiene
puramente e semplicemente suggerendo obblighi e volontà,
svolgimento di ruoli chiari, senza equivoci, nello spirito
di una nuova avventura comunitaria generosa ed ottimista. Ma
questo è tema complicato.