Bankitalia Europa Vaticano

il Fondino del 24 Luglio 2012

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Dall'inizio del nuovo millennio la busta paga dei dipendenti è praticamente ferma.

Aumenta il gap  tra  Nord e Sud e la riduzione dei salari in termini reali, in quattro anni, è stata mediamente di 50 euro (-3,3%), mentre nel sud e isole il taglio è stato di 56 euro (-4,2%).

Disoccupazione giovanile al 36 % sul territorio nazionale, al Sud più del 50 %.

Sostiene su “Repubblica” James Kenneth Galbraith, figlio del più famoso John Kenneth Galbraith, consigliere di Kennedy, che “non è giusto storicamente culturalmente umanamente che l’Europa debba smantellare i propri stati sociali con i servizi sanitari, le scuole, università pubbliche, l’assistenza agli anziani o ai disoccupati, che sono conquiste che il mondo vi invidia. E tutto questo perché ci sono i debiti., Solo con una massiccia dose di solidarietà l’euro potrà salvarsi. Altrimenti se il prezzo dovesse essere quello di cui stiamo parlando, allora sì che è meglio tornare indietro. Ragazzi non se ne fa niente. Vorrei vedere la faccia dei banchieri tedeschi”.

La sintesi è perfetta.

Immaginare l’Italia senza quegli elementi di democrazia popolare che l’hanno contraddistinta in tutto il secondo novecento, è impossibile; proprio quegli elementi l’hanno condotta a svilupparsi in “modalità orizzontale” secondo la definizione di Giuseppe De Rita, valorizzando la vita delle comunità nel clima di libertà e di autonomia, vissuto come è nella tradizione italiana, del sud come del nord, ma contemporaneamente con un solo obiettivo nazionale al nord come al sud, in un contesto che riconosceva inevitabile la forte accelerazione industriale e produttiva del nord e gli interventi al sud di adeguamento infrastrutturale delle comunicazioni fisiche e dell’ambiente soprattutto urbano, anch’esso in ritardo.

Errori tantissimi, assistenzialismi altrettanti, palese incapacità di una classe dirigente spesso parassitaria. Ma tanto forte e valente la intuizione politica, da essere visibile la mobilitazione popolare verso l’obiettivo dello Stato unitario.

E’ difficile a questo punto immaginare un rilancio della idea unitaria ed identitaria del Paese senza un confronto con la politica unitaria degli Stati d’Europa che non siano le regole anarchiche del mercato finanziario o che siano quelle imposte dal momento della politica estera europea, come politica di salvaguardia degli interessi nazionali dei singoli Stati.

Gli Stati Uniti d’Europa?

 Conviene che la politica italiana sposi la causa; non riuscendo a sintetizzare alcun nobile e definito progetto politico, potrebbe ritrovarsi in un obiettivo politico che dia un senso alla sua storia attuale.

L’Italia, pur frammentata, divisa e squassata da lotte infinite, ha comunque fatto sempre percepire una sua centralità storica e culturale nelle vicende della storia del mondo.

Ed ancora, malgrado i tratti “avignonesi” dell’attuale fase delle vicende di governo del Vaticano, come faceva rilevare ieri il “Foglio”, rimane l’idea della cultura europea che ove dovesse dividere, mostrerebbe l’ennesima infamia egoistica che spesso l’hanno caratterizzata anche in epoca contemporanea.

Ove invece unisse, sarebbe la dimostrazione ulteriore della capacità di rendere possibile la convivenza di culture diverse, storicamente orientata a rispettare le identità e le tradizioni di cui l’Europa cristiana è portatrice; sicuramente non in modo esclusivo, ma compartecipi delle tendenze più illuminate di mediazione al fine della convivenza pacifica e industriosa di società libere e civili, che proprio l’Italia hanno utilizzata come crocevia.

Franco Petramala