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Grecia

il Fondino del 18 Giugno 2012

Te la do io la Grecia!

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Le elezioni greche: pare abbiano dato una indicazione  sul futuro governo di quel paese e sul suo atteggiamento nei confronti dell’Europa.

Si vedrà !

Tuttavia le esemplificazioni non hanno risolto granchè e spesso hanno creato confusione e niente altro. Dappertutto e sempre !

Non consideriamo il merito delle questioni di cui si occupa l’intera opinione pubblica, di conseguenza alla crisi economica dell’Italia, cioè la riduzione della discussione all’Euro e del come l’Italia e gli altri paesi si pongono nei confronti degli del pensiero “unico” a matrice finanziaria e bancaria, agli assetti improvvisati dell’Europa disunita e dissenziente, malgrado la sua cogente unità; tutto ciò fa dimenticare le incompiutezze della parte presente della nostra storia.

Qualcuno ha insegnato la relazione fra la storia e storiografia, fra la storia e il quotidiano, fra la storia e il futuro.

Bene, di questo non si parla come se si fosse affidato ad un improbabile provvidenziale Leviatano le sorti del vivere e del non vivere, la sofferenza e quel briciolo di speranza nel futuro che nelle nuove generazioni che rimane.

Non ci guidano la prevedibilità del dopo, con tutti i limiti di quei percorsi ben tracciati come negli anni ’50 e 60’ e 70’ e 80’, ma anche con la certezza che le opportunità per le nuove generazioni ci fossero ed attraverso di esse intravedessero il senso dei loro sogni o semplicemente delle loro prospettive di lavoro e del modo come organizzare la vita per sé e per la loro comunità

Non siamo ancora usciti dalla tana protettiva in cui ci siamo rinchiusi, impauriti e allo stesso tempo garantiti dalle “derive” politiche di questi anni; viviamo ancora con lo smarrimento finanche emotivo delle macerie attorno, senza trovare un varco per uscirne.

Come scriveva di recente Roberto Cartocci, “non sarà agevole ricostruire sulle macerie di questi anni uno spazio pubblico di discussione tra posizioni differenti, che riconosca  e rispecchi il pluralismo della società italiana senza innalzare nuovi steccati fatti di incomprensione e di delegittimazione. Anzi un compito prioritario sarà quello di riparare i danni prodotti dalla politica del risentimento e dell’odio ideologico”.

L’unità del paese si è giocata costantemente nei suoi 150 anni fondamentalmente su due questioni: la questione cattolica dal versante della politica militante e non, fra l’altro luogo della mediazione sociale del tema del popolarismo e che associava gli orientamenti socialisti; e la questione meridionale quale elemento dinamico di riequilibrio di una vicenda epocale mai chiusa e tuttora non definita, a che sta alle origini delle differenze territoriali e dei ritardi storici delle aree del mezzogiorno che hanno influenzato positivamente e negativamente il complesso dello sviluppo del paese.

Franco Petramala