Entrumpelung

il Fondino del 17 Settembre 2012

Entrumpelung
di Peppino Aloise

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“Anche nelle metropoli dell’Inferno esistono i giorni di festa, nei quali l’uomo gioisce. Ma come? Uno dei più importanti ricorre alla metà di maggio e si chiama Entrumpelung, costume forse di origine tedesca, che significa sgombero, repulisti.

 Ogni casa il 15 maggio, si sbarazza dei vecchiumi, depositandoli o scaraventandoli sui marciapiedi. E’ la festa della giovinezza, della rinascita, della speranza, ah!”

La festa delle primarie nella versione di Matteo Renzi richiama alla memoria il racconto di Buzzati “ Il viaggio negli inferni del secolo” –  spero che il raffronto non  appanni la riflessione di straordinaria  attualità del grande scrittore sulla condizione degli anziani.

 Le primarie come festa della giovinezza  e quindi rottamazione dei vecchi che si portano dietro le idee antiquate . Rispetto a Buzzati cambia il metro per individuare il vecchiume : non già il comune dato anagrafico ma la permanenza nelle assemblee legislative, misurata secondo la scansione temprale delle legislature.

“ Nel giorno dell’Entrumplugen le famiglie hanno il diritto anzi il dovere di eliminare i pesi inutili. Perciò i vecchi vengono sbattuti fuori con le immondizia e i ferrivecchi”

 E dunque nella casa del  PD che si vorrebbe costruita sulla tradizione delle culture politiche  che hanno caratterizzato lo sviluppo della democrazia nel nostro paese, nella festa delle primarie o della giovinezza , gli occupanti hanno il dovere di eliminare tutto quello che sa di gerontocrazia buttando fuori  così non solo i “vecchi” ma la stessa memoria storica, alla stregua di patate marce e di masserizie giunte all’ultimo stadio dell’usura.

Ma i “vecchi” oggetto della rottamazione di Renzi suscitano una qualche pietas : abbozzano una reazione emotiva ma abbandonati al loro destino dallo stesso  Bersani – competitore  di Renzi che ormai ha scelto ed ha incredibilmente imposto  il terreno ove misurarsi   - si avvitano sulla loro sedicente  meritoria vicenda personale, sperando nell’aiuto di qualche nipotino.

Ma anche qui soccorre la metafora dell’Entrunpelung : “ Poi mi accorsi di un sacco che si muoveva da solo per interni svogliati contorcimenti. E ne veniva una voce rauca. Mi guardai intorno spaventato. Una donna mi notò : - cosa vuole  che sia ? uno di quelli. Un vecchio. Era ora, o no? “ Ed un ragazzetto si avvicina e sferra un calcio.”.

 Il palco della festa dell’Unità di Reggio Emilia ove Bersani è salito da solo – imitando in maniera tardiva le scelte scenografiche di Berlusconi che hanno caratterizzato la deriva personalistica della partitocrazia senza  partiti della seconda repubblica – trasmette in maniera plastica la presa di distanza dagli oligarchi interni e la voglia di cavalcare la sbrigativa  proposta di rinnovamento avanzata da Renzi . Di qui  l’invito di Bersani  ai suoi giovani turchi a farsi avanti e ad aiutarlo  a mandar via i capi-corrente che lo hanno eletto al vertice del partito e che rischiano con la loro ingombrante presenza di ostacolare il suo successo  nella competizione delle primarie.

 La festa dell’Unità come preludio simbolico della festa delle primarie : i simboli trasmettono un messaggio semplificato facilmente percepibile . I D’Alema, i Veltroni, le  Bindi,i Franceschini ,i Fioroni ed altri non già nel perimetro elevato riservato ai membri del Politburò ma “sfusi” nella platea per terra!! Un rovesciamento dell’iconografia della vecchia tradizione comunista!!

Ma in un partito   in cui se non eri in quota a qualcuno non potevi mai varcare la soglia di Montecitorio  la festa della giovinezza rischia di accrescere ancor di più la tristezza e la malinconia di quanti saranno considerati merce ingombrante : i loro “nominati” o “cooptati” ad ogni livello  non esiteranno un attimo a cavalcare in nome  del giovanilismo la ventata di rinnovamento che è la cifra della proposta di governo del giovane rottamatore Renzi. 

Ma lo svolgimento delle primarie è un processo lungo e complesso ma essendo diventato ormai monotematico, è del tutto evidente che in periferia il tema del rinnovamento o della sostituzione inevitabilmente si traduca in uno scontro dialettico giocato al ribasso.

Il vecchio e l’antiquato, non potendosi misurare solo  con il dato anagrafico, reclamano altre unità di misura ed altre categorie dialettiche.

In attesa del posizionamento e del prevedibile soccorso al vincitore, si registra inevitabilmente il tentativo  di collocare gli “altri” nella casta con l’illusione che basti cavalcare il tema del repulisti, per esser nuovi ed i calci verso quanti saranno ritenuti “biciclette di antichi tempi” non si faranno attendere.

E’ un  atteggiamento penoso che non potrà mai ridare smalto e “giovinezza” a quanti sono comunque  percepiti dall’opinione pubblica come “immersi” per più tempo  nella gestione del potere anche a  livello locale.

C’è una sola condizione, un solo status – secondo la versione di Renzi – perché si sia  immuni dal rischio di essere dentro il sacco delle merci da buttare. Una sorta di esenzione oggettiva e personale : lo status di sindaco.

Se queste sono le premesse e  se davvero le primarie dovranno essere di coalizione c’è solo da attendere l’arrivo di Vendola e magari della Bindi  per toccare con mano – salvo miracoli - il processo di disarticolazione di una formula politica di governo che aveva la pretesa di porsi alla guida del paese in sostituzione del fallimentare governo delle destre.

 Un tempo si definivano prioritariamente  le identità dei partiti che concorrevano alla formulazione dei programmi di coalizione  e poi la scelta del leader entro un quadro di governo ampiamente predefinito. Ora non più.

La festa della giovinezza , sull’onda emotiva del nuovo, ha rovesciato sul marciapiede della casa l’identità del partito e il governo di colazione di degasperiana memoria come fossero “cenci innominabili” !!

  Peppino Aloise

·         Articolo apparso sul “Quotidiano della Calabria”  il 16 settembre 2012