Obama ed il terrorismo

il Fondino del 15 Settembre 2012

Obama ed il terrorismo

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Cosa c’è dietro l’attentato omicida di Bengasi al Consolato americano e la uccisione di Chris Stevens, Ambasciatore americano in Libia ?

Cosa c’è dietro gli altri episodi di intolleranza e di violenza contro il Paese degli Stati Uniti, in coincidenza con l’anniversario dell’atto terroristico alle Torri Gemelle di New York ?

Nel bel mezzo della campagna elettorale per il rinnovo del mandato ad Obama o per interrompere la esperienza del primo Presidente americano di colore; tanto per intenderci quello della riforma sanitaria in senso solidaristico, pur in clima di recessione e di crisi dell’apparato produttivo del mondo occidentale compreso gli Stati Uniti.

C’è l’avvertimento della non ingerenza negli affari interni dei paesi arabi, usciti con le primavere arabe, dall’epoca dei governi “laici” ? C’è l’avvertimento che il fondamentalismo islamico, vittorioso in quelle regioni, non debba essere condizionato nell’esplicarsi fisiologico delle sue potenzialità di governo? E tutte le altre primavere ancora non concluse o appena iniziate o quelle future del medesimo tenore ?

C’è una risorgenza delle forze oscure e tenebrose che non vogliono in America la prevalenza dei messaggi progressisti fino al pacifismo di Arthur Schlesinger, consigliere di Jhon Kennedy ?

Difficile da decifrare, arduo da decidere cosa c’è sotto la contemporaneità e la tempestività delle ultime gravi azioni terroristiche.

Nessuno degli argomenti, da solo, sembra convincente. Tuttavia tutti quegli argomenti appaiono fondati e compatibili con le analisi dietrologiche compatibili

Non ci possono essere ovviamente dimostrazioni a contrario su alcune delle ipotesi prospettate.

C’è però, come sempre in questi casi, una ragione politica che si può abbozzare.

Quale interesse hanno le fazioni terroristiche islamiche a creare situazioni di imbarazzo e di tensione all’America di Obama ? Semplicemente una.

Può essere che i terroristi islamici vogliano e perseguano un clima di non aggravamento dei rapporti con gli Stati Uniti?

Sarebbe fuori logica. Potrebbe la linea politica del democratico Obama e della democratica Hilary Clinton modificarsi saldandosi ad una linea repubblicana simile a quella di Bush, interventista nei teatri di guerra e nei possibili teatri di nuovi conflitti internazionali seppure regionali?

Non si crede possibile

Il terrorismo internazionale non persegue la pace, tutt’altro; in caso contrario la sua ragion d’essere svanirebbe.

 Allora non resta che la tesi meno fuorviante.

Vorrebbero mettere in difficoltà Obama fino a fargli perdere le elezioni, perché al terrorismo internazionale ed a quello islamico in particolare conviene la vittoria di un repubblicano alla Casa Bianca, un presidente che non si sottragga, davanti alle provocazioni gravi di stampo terroristico, all’ingaggio immediato della guerra armata.

Per così giustificarsi la continuazione delle strategie del terrore e della insicurezza dell’occidente.

Franco Petramala