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il Fondino del 15 Giugno 2012
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Omosessualità e Omofobia
L’una, espressione di sentimenti ed emotività non sopprimibili;
l’altra morboso risentimento irrazionale a contenuto violento,
avversione alla
diversità.
Ciò che sorprende è la doppiezza di chi dichiarando di
combattere l’omofobia, la espone e la
esalta nella sua forza sprezzante.
Chi poneva al giocatore Antonio Cassano la domanda se sapesse di
giocatori omosessuali della stessa squadra nazionale, prevedeva
la risposta imbarazzata del giocatore, notoriamente non un
“opinion leader”, prendendosi gioco dell’intervistato.
Questultimo ha risposto con spontaneità, nella sostanza
sostenendo che non erano fatti suoi: risposta ineccepibile; e
che egli con la omosessualità non aveva nulla a che fare.
Cosa poi c’entrasse con la intervista sui campionati europei,
non si sa davvero.
Viene fuori la supposta omofobia di Cassano e la polemica sullo
stato di arretratezza del paese sull’argomento.
Ma non è Cassano l’omofobico, né il suo impaccio è negativo e
colpevole di alcunchè.
In questa Italia apparentemente disinvolta, irretita da costumi
approssimativi scambiati per moderni, dice bene Giuseppe De
Rita, si confonde molto spesso il peccato con il reato.
E’ lontana la distinzione di
fra
“foro interno” e “foro esterno” fra morale e diritto
della tradizione cattolica; ma è attuale sovrapporre peccato e
reato allo scopo, diremmo cinico, di utilizzare i mezzi di
comunicazione di massa come strumenti aggressivi nei confronti
di avversari o solamente per acquistare lettori o sollecitare
proseliti anche per un solo giorno ed orientarli a malumori nei
confronti di avversari o dei diversi, antico retaggio del
costume della purezza di nazistica e fascistica memoria.
Se l’omosessualità non è reato, emulsiona il tentativo di
considerarlo un peccato e non già per argomentazioni religiose
che appunto attengono al foro interno, ma per appuntire un’arma
contro gli avversari, i diversi, in fin dei conti contro
l’umanità concepita come la occasione esistenziale per creare
differenze
e
contrapporle, invece di favorire il costume di pace fra le
persone del mondo.
E si ritorna al tema settecentesco della intolleranza.
Filippo Ceccarelli,
giornalista di valore, nel suo “La Suburra” scrive a proposito
del caso Dino Boffo: “Perché è importante questo caso? perché
sanziona l’uso ormai sistematico dell’accusa sessuale, destinata
a replicarsi a catena nella vita pubblica secondo logiche di
ritorsione, occhio per occhio, dente per dente, pan per
focaccia...”. Chi dunque ha alimentato e alimenta
la omofobia su alcune testate della stampa nazionale con
riverberi sui mezzi televisivi?
Adesso il caso è chiuso. E’ servito per equilibrare peccati con
altri supposti a scopo scandalistico, mentre il paese si avviava
al peggio.
Franco Petramala