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il Fondino del 05 Agosto 2012
Dollaro Euro - Ricchi e poveri
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C’è stata una mia stagione in cui ho viaggiato molto e mi è
successo di farlo anche nel sud del mondo.
L’incanto degli scenari naturali, il gran brulicare di persone
nelle città molto più moderne di quanto potessi immaginare, la
tensione e la vitalità di quei popoli, si accompagnavano sempre
ad una sensazione di impotenza, poiché si toccava con mano la
consapevolezza
che
al di sopra delle dinamiche sociali ed economiche di quei posti,
c’era sempre “qualcosaltro”
da cui dipendeva la sopravvivenza di quei territori.
Di tutto si parlava con disinvoltura e con
corretta informazione,
con coraggio civile
ispirato all’idea universale dell’uomo onesto e pieno di volontà
di riscatto, qualunque sia la sua condizione umana esistenziale
e sociale..
Finanche di dissenso a volte riecheggiava netto, di quello
politico, in contesti rischiosi, in Venezuela come a Cuba, in
Honduras come in Messico,
in Tunisia e Algeria, nella
Moldova
del nord est,
in Albania
e in Bosnia.
Di una cosa ho sentito la presenza costante quotidiana,
inevitabile, indiscutibile; la presenza del dollaro e della sua
potenza. Del suo potere quale è quello del creditore sul
debitore.
La medesima
sensazione di impotenza e di frustrazione
tantissimi avvertono oggi in Italia, all’ombra lunga di
chi riesce a condizionare con la minaccia della restituzione
immediata del debito o con il ricatto di non rispondere più alla
richiesta di altro credito.
E’ il clima che si respira oggi in Italia e in tanta parte
d’Europa.
Due cose riuscivano a distinguere la situazione del nostro
paese, sempre indebitato. La presenza costante e significativa
dei partiti, e di conseguenza delle parti sociali, e l’immenso
patrimonio civile artistico storico e di preziosità della
intelligenza del popolo italiano.
I Partiti non hanno più potere di fronte allo strapotere dei
mercati;
Il patrimonio civile delle conquiste sociali degli ultimi 60
anni pressochè vanificato, lo stesso patrimonio immobiliare e
finanche quello artistico, in procinto di essere svenduto.
Nei giorni appena trascorsi Casini aveva fatto un ragionamento
lineare, che unito a quello di Bersani dava un senso alla
proposta di governabilità del paese dopo le elezioni.
Sul Corriere di ieri invece Casini ripropone il ragionamento,
corretto nelle premesse, equivoco nelle conclusioni.
Diceva Casini: dopo le elezioni a cui il’UDC andrà da sola,
potremmo governare con la sinistra, con Bersani che avrà
formulato la proposta politica della aggregazione di sinistra.
Però…..l’ interesse del Paese è la grande coalizione.
Chiunque sia stato l’ispiratore di questo salto mortale e mezzo,
la conclusione della proposta è: non si può lasciare a casa
Berlusconi o per più correttamente interpretare Casini, non si
può lasciare a piedi la destra italiana, per quanto becera e
ottusa possa essere. Chi è l’autore di questo recupero
attraverso le parole del Casini? Probabilmente l’autore è
qualcuno che può condizionare Casini, sul piano della così detta
ideologia e non su altro, che invece avrebbe il sapore del
volgare ricatto.
Ci ha pensato Monti ad animare ancora i giochi appena intrapresi
nel nuovo clima gestito dai guastatori, che spesso hanno cercato
di influire negativamente, intervenendo non appena si facesse un
poco di chiarezza nello scenario politico italiano, dai tempi
della questione romana di Sturzo del 1952. al Governo Tambroni,
ancor prima dalle fievoli proteste nei confronti del fascismo. E
sempre con lo spauracchio del comunismo o giù di lì.
Questa la ragione e non la ultima della grandezza del politico
De Gasperi.
Dicevamo di Monti che ha detto al Wall Street Journal: “lo
spread con Berlusconi al Governo sarebbe arrivato a 1200”.
Non è possibile sostenere la verifica di un tale assunto. È
possibile ed intuitivo immaginare invece un discredito di Monti
a destra, in qualche modo voluto dallo stesso Presidente
del Consiglio che, avendo il dovere di non fare gaffes, era
proprio quel che voleva comunicare. Vedremo !!.
Quel che fa rabbia è ascoltare al telegiornale che, malgrado il
disastro del PIL a meno 2,5 % secondo l’Istat, comunica che ci
sono aree positive nella nostra economia, come quelle dei
consumi per ricchi: Prada ha infatti comunicato un fatturato
rispetto all’anno scorso del 36 % in più.
Nulla da aggiungere !!
Franco Petramala