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il Fondino del 07 Settembre 2012
Politica e
doping cerebrale
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Insomma non è detto che si produrrà più acciaio in Italia,
viste le scandalose condizioni degli stabilimenti ILVA ed ex
Italsider di Taranto e Piombino.
E perché scandalose? Perché i “nostri” non si sono accorti che
le tecnologie e le procedure utilizzate mettono a serio rischio
la salute della collettività tarantina oltre che la salute dei
lavoratori ed indirettamente i posti di lavoro, come hanno
sentenziato di recente i giudici.
E dire che ci stracciamo le vesti per le vittime sul lavoro, e
dire che il campanello d’allarme sulla pericolosità del lavoro
in Italia è stato sgolato ai quattro venti, e dire che ad ogni
notizia di morte per trauma, ma solamente in tali occasioni, le
dichiarazioni allarmate non si contano, dal Presidente della
Repubblica alle Istituzioni tutte e fino al Papa.
E poi perché nessuno ha dato importanza al valore delle
produzioni siderurgiche ? Come se non si sapesse che nella
pratica quotidiana tutti abbiamo a che fare con prodotti e
utensili, elettrodomestici, strutture leggere e pesanti che
utilizzano prodotti di acciaio. Il fatto è che le politiche in
favore del mezzogiorno negli ultimi lustri si sono ridotte
all’affidamento di lavorazioni inquinanti e pericolose, senza il
minimo appeal per le condizioni di sicurezza e di tutela della
salute dei cittadini del Sud.
Non produciamo più alluminio, così come si faceva finora in
Sardegna, altra Regione del Mezzogiorno, ed è ormai alla fine la
industria estrattiva di carbone del Sulcis.
Si chiude a singhiozzi la FIAT per mancanza di mercato.
Addirittura la riduzione della quota di mercato delle sue
vetture è dovuta a concorrenze di design oltre che di tecnologia
e di qualità dei materiali. Finora era stata una industria
all’avanguardia nel mondo
ed un riferimento per l’industria nazionale.
Le cose non vanno meglio nel campo dei piccoli elettrodomestici
e in quelli tradizionali e la delocalizzazione non è episodica.
La cessione di quote azionarie del settore del “made in Italy”
è all’ordine del giorno e
non se ne parla perché per fortuna ancora il livello
occupazionale permane; non sappiamo fino a quando però.
In queste condizioni e malgrado la povertà in cui il Paese è
caduto, almeno laviamo i nostri indumenti sdruciti e consunti,
come dignitosa povertà richiede e ci dimostriamo, infine,
affidabili debitori ! naturalmente più i poveri sono poveri, più
ai poveri tocca il compito di dimostrare l’affidabilità di
debitori perbene !!
Ma la povertà non ha attinto solamente i livelli della economia
e della occupazione e il mondo del lavoro; tocca anche l’impegno
civile, tocca la rassegnazione che tanto non vale la pena tentar
nulla a nulla valendo i richiami all’etica pubblica o privata e
religiosa da parte della autorità preposta, quasi uno scenario
ed una traccia di “islamismo” strisciante.
Si cerca in qualche modo di rabbonire il popolo a cui viene
detto che tuttora è sovrano.
Ciò che non vien detto è che chi governa non è più di razza
padrona, come soleva dirsi al tempo……, ma di razza cogliona.
Perché?
perché non si
produce più nulla in questo paese se non vaniloqui e miserie e
risse e atteggiamenti goderecci da imbecilli; non si può vantare
neanche una esposizione commendevole, malgrado tutto, di un
sistema di sicurezza sociale di cui menavamo vanto; perché ogni
giorno si mettono a rischio tranquillità e sicurezza sociale e
residue speranze nel futuro per individui e famiglie, pur di
perseguire fini miserrimi di rivalse personali finalizzate ad
aumentare patrimoni ingiustificati.
Una volta e più di una volta si sono bruciati i libri, in
segreto o in piazza,
perché
testimonianza ed occasione di probabile ribellione; oggi,
spesso, si bruciano le speranze !
Franco Petramala