Sarkosi

il Fondino del 07 Maggio 2012

Vince Hollande in Francia, perde Sarkosy.

la Merkel rimane sola ( non si sa per quanto tempo ) nel tritacarne delle misure per salvaguardare gli assetti finanziari di una Europa costruita troppo in fretta ( per rendere possibile la riunificazione economica delle due Germanie  dopo la riunificazione politica)  e troppo sul tema monetario e quindi sullo sviluppo disegnato nell’interesse dei potentati finanziari.

Era agevole riflettere sulla crisi della borghesia o sulla crisi dell’idea del comunismo, o sull’idea di giustizia sociale e del solidarismo che produsse il Welfare a carattere universalistico come in Italia.

Al suo tempo era la borghesia che si dava gli strumenti più adatti, compresi quelli sul credito, così come al tempo del comunismo reale tutto era subordinato ai programmi di politica gestionale.

Oggi è come se l’occidente, diventato ricco e supponendosi satollo e soddisfatto,
  senza l’alternativa del regime comunistico dell’est, non dovesse fare altro che gestire al meglio il patrimonio di ricchezza e di benessere realizzato negli ultimi 40 anni. Questo il mandato storico e piuttosto canagliesco di chi ha le leve del potere reale in un contesto che pure ha inventato democrazia e sviluppo, civiltà delle relazioni umane e sociali: l’occidente.

Dunque è l’etica corrente, lungi dall’essere calvinista, è edonistica e si mostra attiva solamente nel consumare il patrimonio accumulato, che ormai presiede la storia e per essa le istituzioni, poichè i popoli sono da tempo alienati dalle decisioni delle istituzioni, di qualunque genere e sembianze; le quali naturalmente hanno uno sguardo non limpido bensì piuttosto torvo in un clima di disprezzo verso l’economia basata sulla volontà del fare e sulla ambizione di saper fare, dinamica che coinvolge tutti nella costruzione della intrapresa, chi apporti capitale e chi apporti lavoro e competenze.

Oggi infatti non c’è chi possa rischiare con il capitale perché tutti sono subordinati alle volontà delle banche, anche i ricchi, anche i ricchissimi, anche i singoli operatori finanziari.

Ciò che di più negativo ha questo scenario, è la dissolvenza dei valori dell’individuo e del collettivo
  e la prevalenza, nell’immaginario comune, che tutto dipenda dalle istituzioni: perfino l’idea della proprietà privata, mettiamo della casa acquistata formalmente con tanto di contratto di compravendita; la titolarità del bene viene percepito ormai come del tutto fittizia, perché fin quando non sarà pagato il mutuo, in realtà la casa è nella disponibilità dell’ente erogatore del mutuo stesso, non del mutuatario.

“Lo strumento si fa autore”.

E c’è qualche fesso che
 pur di difendere una petizione di principio, ritiene di dovere polemizzare con disprezzo con chi è critico nei confronti del sistema instaurato, apostrofando di neocomunismo chi accenna a questi paradossi che non sono più una eccezione da segnalare ma permanentemente una cultura acquisita.

* Il voto francese sembra volere rappresentare la ribellione a questo sistema; chiaramente la volontà degli elettori maggioritari è prevalsa; la domanda ovvia non è se il nuovo presidente riuscirà a farla prevalere in sede nazionale ma ancor più internazionale, ma in quale misura.

Diremo che non poteva che succedere in Francia il cambio di passo e l’insorgere della consapevolezza del destino minaccioso a cui si stava orientando l’Europa.

Qualcuno in Italia fa questo ragionamento. Dopo la vittoria di Hollande si apre la prospettiva anche in Italia di un forte e protagonista centro sinistra.

Ma dimentichiamo che il sistema francese della elezione diretta del Presidente che assomma rappresentanza e in gran parte i poteri dell’esecutivo, non è quello in vigore in Italia e soprattutto non è quello che è nella coscienza civile del popolo italiano.

Invece è quel che accade in Grecia per l’Italia è più significativo.

Vengono stroncati i partiti e le coalizioni maggiori e nascono a destra e a sinistra formazioni politiche molto visibili.

Poiché di principio sarà inutilizzabile lo schieramento neonazista del “Alba Nova” con il 7% dei voti, è il successo della sinistra extraparlamentare del Syriza
  (  17 % ) che rappresenta non solamente una novità, ma anche il luogo politico elettorale dove si sono riposizionati elettori socialisti e di sinistra o semplicemente anche di elettori della sinistra moderata; è il partito con il quale potrà affrontarsi il tema della governabilità del paese.

Di certo non sarà agevole per la Grecia del prossimo domani resistere ai condizionamenti della destra europea e di quanti difendono il potere delle istituzioni sui popoli, che faranno le prevedibili pressioni attraverso i mercati finanziari e gli “spread”, attraverso la parola d’ordine:”l’ha detto l’Europa !! ”.

E sarà dura per non correre il rischio che la Grecia sia strozzata nel gioco del potere finanziario gestito cinicamente da una politica miope e che rischia di identificarsi ancora una volta nel tentativo di realizzare la grandeur tedesca.

A questo servirà la presenza significativa della Francia di Hollande e probabilmente dell’Italia del dopo Monti, la quale rafforzando la linea di resistenza alla deriva del governo delle istituzioni, non potrà non scegliere una nuova stagione del rifiorire del nuovo umanesimo europeo; in questo senso va auspicato il richiamo alle radici cristiane dell’Europa; perchè attualmente questa Europa di cristiano ha molto poco.

Appunto di cristiano non di cattolico o di calvinista…..

Forse il compito che ci aspetta sarà arduo, ma l’intransigenza su alcuni principi ce lo renderanno possibile.
  La speranza è in ciò che stiamo osservando in questi giorni. Credevamo che tutto fosse meschina dinamica di interessi molto spesso bassi interessi e che in Italia fossimo ormai avviluppati in un clima dell’”abbandono e del non cale”, idiota e perverso. Invece sotto la superficie di incolta violenza, imposta dalla cultura della sopraffazione dei solito gabellieri centrali e periferici, esiste un popolo che soffre e che sente l’orgoglio della dignità di cittadini. Le morti di chi non riesce a tener fede ai suoi impegni di operatore economico, di questi giorni e dei giorni passati ne sono la testimonianza terribile.


Franco Petramala