la Merkel rimane sola
( non si sa per quanto tempo ) nel tritacarne delle misure per
salvaguardare gli assetti finanziari di una Europa costruita
troppo in fretta ( per rendere possibile la riunificazione
economica delle due Germaniedopo la riunificazione politica)e troppo sul tema monetario e quindi
sullo sviluppo disegnato nell’interesse dei potentati
finanziari.
Era agevole riflettere sulla crisi della borghesia o sulla crisi
dell’idea del comunismo, o sull’idea di giustizia sociale e del
solidarismo che produsse il Welfare a carattere universalistico
come in Italia.
Al suo tempo era la borghesia che si dava gli strumenti più
adatti, compresi quelli sul credito, così come al tempo del
comunismo reale tutto era subordinato ai programmi di politica
gestionale.
Oggi è come se l’occidente, diventato ricco e supponendosi
satollo e soddisfatto,senza l’alternativa del regime
comunistico dell’est, non dovesse fare altro che gestire al
meglio il patrimonio di ricchezza e di benessere realizzato
negli ultimi 40 anni. Questo il mandato storico e piuttosto
canagliesco di chi ha le leve del potere reale in un contesto
che pure ha inventato democrazia e sviluppo, civiltà delle
relazioni umane e sociali: l’occidente.
Dunque è l’etica corrente, lungi dall’essere calvinista, è
edonistica e si mostra attiva solamente nel consumare il
patrimonio accumulato, che ormai presiede la storia e per essa
le istituzioni, poichè i popoli sono da tempo alienati dalle
decisioni delle istituzioni, di qualunque genere e sembianze; le
quali naturalmente hanno uno sguardo non limpido bensì piuttosto
torvo in un clima di disprezzo verso l’economia basata sulla
volontà del fare e sulla ambizione di saper fare, dinamica che
coinvolge tutti nella costruzione della intrapresa, chi apporti
capitale e chi apporti lavoro e competenze.
Oggi infatti non c’è chi possa rischiare con il capitale perché
tutti sono subordinati alle volontà delle banche, anche i
ricchi, anche i ricchissimi, anche i singoli operatori
finanziari.
Ciò che di più negativo ha questo scenario, è la dissolvenza dei
valori dell’individuo e del collettivoe la prevalenza, nell’immaginario
comune, che tutto dipenda dalle istituzioni: perfino l’idea
della proprietà privata, mettiamo della casa acquistata
formalmente con tanto di contratto di compravendita; la
titolarità del bene viene percepito ormai come del tutto
fittizia, perché fin quando non sarà pagato il mutuo, in realtà
la casa è nella disponibilità dell’ente erogatore del mutuo
stesso, non del mutuatario.
“Lo strumento si fa autore”.
E c’è qualche fesso che pur di difendere una petizione
di principio, ritiene di dovere polemizzare con disprezzo con
chi è critico nei confronti del sistema instaurato, apostrofando
di neocomunismo chi accenna a questi paradossi che non sono più
una eccezione da segnalare ma permanentemente una cultura
acquisita.
* Il voto francese sembra volere rappresentare la ribellione a
questo sistema; chiaramente la volontà degli elettori
maggioritari è prevalsa; la domanda ovvia non è se il nuovo
presidente riuscirà a farla prevalere in sede nazionale ma ancor
più internazionale, ma in quale misura.
Diremo che non poteva che succedere in Francia il cambio di
passo e l’insorgere della consapevolezza del destino minaccioso
a cui si stava orientando l’Europa.
Qualcuno in Italia fa questo ragionamento. Dopo la vittoria di
Hollande si apre la prospettiva anche in Italia di un forte e
protagonista centro sinistra.
Ma dimentichiamo che il sistema francese della elezione diretta
del Presidente che assomma rappresentanza e in gran parte i
poteri dell’esecutivo, non è quello in vigore in Italia e
soprattutto non è quello che è nella coscienza civile del popolo
italiano.
Invece è quel che accade in Grecia per l’Italia è più
significativo.
Vengono stroncati i partiti e le coalizioni maggiori e nascono a
destra e a sinistra formazioni politiche molto visibili.
Poiché di principio sarà inutilizzabile lo schieramento
neonazista del “Alba Nova” con il 7% dei voti, è il successo
della sinistra extraparlamentare del Syriza( 17
% ) che rappresenta non solamente una novità, ma anche il luogo
politico elettorale dove si sono riposizionati elettori
socialisti e di sinistra o semplicemente anche di elettori della
sinistra moderata; è il partito con il quale potrà affrontarsi
il tema della governabilità del paese.
Di certo non sarà agevole per la Grecia del prossimo domani
resistere ai condizionamenti della destra europea e di quanti
difendono il potere delle istituzioni sui popoli, che faranno le
prevedibili pressioni attraverso i mercati finanziari e gli
“spread”, attraverso la parola d’ordine:”l’ha detto l’Europa !!
”.
E sarà dura per non correre il rischio che la Grecia sia
strozzata nel gioco del potere finanziario gestito cinicamente
da una politica miope e che rischia di identificarsi ancora una
volta nel tentativo di realizzare la grandeur tedesca.
A questo servirà la presenza significativa della Francia di
Hollande e probabilmente dell’Italia del dopo Monti, la quale
rafforzando la linea di resistenza alla deriva del governo delle
istituzioni, non potrà non scegliere una nuova stagione del
rifiorire del nuovo umanesimo europeo; in questo senso va
auspicato il richiamo alle radici cristiane dell’Europa; perchè
attualmente questa Europa di cristiano ha molto poco.
Appunto di cristiano non di cattolico o di calvinista…..
Forse il compito che ci aspetta sarà arduo, ma l’intransigenza
su alcuni principi ce lo renderanno possibile.La speranza è in ciò che stiamo
osservando in questi giorni. Credevamo che tutto fosse meschina
dinamica di interessi molto spesso bassi interessi e che in
Italia fossimo ormai avviluppati in un clima dell’”abbandono e
del non cale”, idiota e perverso. Invece sotto la superficie di
incolta violenza, imposta dalla cultura della sopraffazione dei
solito gabellieri centrali e periferici, esiste un popolo che
soffre e che sente l’orgoglio della dignità di cittadini. Le
morti di chi non riesce a tener fede ai suoi impegni di
operatore economico, di questi giorni e dei giorni passati ne
sono la testimonianza terribile.