Manca il Lavoro

il Fondino del 04 Luglio 2012

Manca il lavoro

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Commentatori attenti si domandano: “a chi distribuire  le risorse dalla “speding review” ? ai giovani la cui disoccupazione, fra i 18 e i 24 anni, è salita fino al 36 per cento ? e non conosciamo  il dato delle aree meridionali.

Oppure agli anziani che perdono il lavoro o agli esodati? Gli esodati, un caso incredibile e disperante per la condizione in cui versa la organizzazione dello Stato e delle altre Istituzioni.

Oppure destinarli alla copertura del mancato aumento dell’IVA ad ottobre ?

Se non si interviene sulla disoccupazione giovanile si rischia di saltare una generazione.

Se non si interviene sugli “esodati” si lascia nella disperazione 300.000 e passa di lavoratori praticamente truffati e proprio dallo Stato.

Né risolve il messaggio ricorrente. Di moda anche nelle vicende del calcio, di una Italia di “vecchi” .

Lo scenario si completa con il dato dell’ 85%  delle asunzioni per contratto a tempo determianto, assunzioni stagionali e comunque con profili di basso contenuto professsionale, insieme alla bassissima percentuale di laureati rispetto all’Europa.

Nella depressione complessiva di un Paese senza nerbo da molto tempo, da troppo tempo addormentato nelle ritualità di una politica affaristica intrigante spocchiosa  ed includente, anche il Sindacato ha osservato una certa consegna del silenzio, operando solamente quando, nella trattativa, si riteneva probabile il successo pieno o mezzo successo.

La eccezione della FIOM. CGIL sulla vertenza FIAT è l’eccezione.

Ora finalmente dichiara la CGIL: serve ”un cambio urgente della rotta per quanto riguarda le scelte di politica economica: serve l’adozione di un piano straordinario per l’occupazione così come c’è bisogno di intervenire sulla leva fiscale, anche attraverso l’adozione di una patrimoniale, dando risorse a lavoratori e pensionati per rilanciare i consumi”.

I temi saranno economici e finanziari e politici e strutturali, sarà riscontrabile quel che dice il PM di Palermo Ingroia, che cioè L'Italia “è un Paese di irresponsabili, senza giustizia e senza verità”. Le sue dichiarazioni sono troppo orientate a porre le responsabilità dello Stato e delle istituzioni e dei cittadini da una parte e quelle della magistratura dall’altra, pur non agevolando una proposta complessiva di uscita dalla crisi del Paese, sintetizza valutazioni da condividere.

Ma il tema risolutivo è una nuova civiltà del lavoro che sostenga il Paese.

Un Paese come l’Italia, fra i primi al mondo per capacità di produrre e di determinare progressi in tutti i campi, necessita  di uno slancio verso un obiettivo di rinascita e senza che questa espressione possa intimidire.

Non è la prima volta che succede; la speranza è che se ne esca il prima possibile e con chiarezza circa le scelte da compiere, con il contributo di chi può e deve offrire alla comunità qualcosa di significativo.

Franco Petramala

Sito in Costruzione