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il Fondino del 03 Agosto 2012
uno due tre cuori e una capanna
Bersani Vendola e Casini insieme, fuori Di
Pietro.
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Il ” Messaggero”
esaltava
la funzione dei centristi perché sarebbero in grado di
attirare consensi dalla destra.
Ciò farebbe stranamente convergere gli interessi
di Di Pietro a quelli di Berlusconi., ma non quelli dei
pretoriani dell’uno e dell’altro schieramento.
Mettiamo che Berlusconi prevalga nel suo: salterà l’accordo
sulla legge elettorale perché allo stato è funzionale allo
schema di cui sopra: emarginazione di Berlusconi ( con o senza
l’appendice della Lega ) e Di Pietro.
Mettiamo che prevalgano i pretoriani di Berlusconi ed i loro
interessi di sopravvivenza; elusione della sorveglianza del capo
e mimetizzazione per non essere obbligati ad aderire ad una
novella, caricaturale, “Repubblica di Salò”; di conseguenza sono
disposti a accettare lo schema elettorale concordato. Ritengono
così di difendersi dalla decadenza collettiva ed individuale,
facendo finta di non accorgersi dello stato di diritto
al limitar del
precipizio.
Comunque e in tal caso, la legge elettorale già concordata nelle
sue linee di fondo, non verrebbe alla luce prestissimo, ma a
ridosso delle elezioni, che siano a novembre o nella primavera
2013, dipenderà dal gioco del cerino sul teatro finanziario
europeo e mondiale o meglio sulla riffa del +1 che
realisticamente è il gioco che tanto poco appassiona la
stragrande maggioranza della gente, perché è un gioco povero che
impoverisce,
che
condiziona oltre ogni ragionevolezza governi stati e società
moderne.
Sul sistema proporzionale o maggioritario pare che ci sia una
decisione per il proporzionale, ma
resiste
il
pasticcio delle quote ad elezione diretta e quelle delle nomine
per “grazia ricevuta”. Incredibile che ancora si possa ragionar
di questo.
Ma non è’ incredibile in un Paese che si autosuggestiona
trascinandosi dietro non il sano “conservatorismo” delle società
industriali, ma la “tradizione” come valore che, pur essendo un
aspetto culturale delle dinamiche sociali, sicuramente non è
nelle corde del governare.
Non è che per caso nel “pensiero debole”, così diffuso, il
richiamo alla tradizione sia un ossequio tanto banale quanto
arbitrario all’ossequio alla tradizione religiosa? Perché tutti
sembrano lanciarsi nella corsa a chi arriva per primo a questa
meta. Figurarsi che grande impresa: l’ha già vinta Berlusconi 19
anni addietro !
Chissà che non sia vero: 50 anni di cultura politica
democristiana non hanno sradicato questo concetto dell’ossequio.
Infine una notazione un poco poco positiva. Finalmente il
ragionamento di Bersani ha un che di “politico”: per battere la
destra serve una sinistra numerosa e compatta che si allei con
chi, non schierandosi
a destra con Berlusconi, starebbe con la sinistra.
In questo Di Pietro sta segnando qualche battuta d’arresto. Se è
un limite insopportabile l’essere “integralisti”, lo è
altrettanto
l’essere
superficialmente “massimalisti”.
Che poi l’operazione abbia respiro, lo vedremo; così come
vedremo la consistenza politica culturale ed umana di chi è
chiamato alla coerenza, e senza tante ciance delle scelte a Roma
come nelle Regioni e negli Enti Locali. Anche questo è rinnovare
la politica.
Franco Petramala