Più che un anniversario potrebbe sembrare
l’occasione per una lettera aperta ai cattolici democratici la
cui presenza in questi anni sembrava offuscata.
In realtà i dibattiti intorno all'impegno
dei cattolici in politica, in questi giorni, si stanno
moltiplicando. Ne abbiamo parlato con Franco Petramala, che è
stato segretario regionale della D.C. calabrese al tempo di
Moro; Il manager pubblico ha infatti organizzato per il prossimo
11 maggio un incontro dal titolo significativo “Aldo Moro dalla
sua profezia al futuro del nostro Paese” che si terrà presso il
museo multimediale di piazza Bilotti in Cosenza, a partire dalle
16.
Un dibattito aperto che verrà introdotto da
una riflessione di Mons Francesco Savino, arcivescovo di Cassano
allo Ionio, autore di un volume molto interessante su Moro.
Allora Petramala la profezia di Moro
quale fu?
L'Italia non è divenuto Stato unitario come
la Francia. La società italiana è tuttora molto differenziata
sicchè se la politica non agisce per rinnovare un serio
compromesso, lo Stato va in crisi e diventa fragile.
Abbiamo
avuto infatti il compromesso di epoca giolittiana fra
industriali del Nord e militari tralasciando il mezzogiorno;
Mussolini ha stipulato un patto con i ceti medi e bassi
rendendoli protagonisti localmente, ma ancora senza politiche
per il mezzogiorno; poi De Gasperi ha attuato il compromesso
parlamentare con il bipartitismo imperfetto, le riforme agrarie
e le imponenti politiche per il mezzogiorno ed infine Moro che
riflette e sostiene che la società italiana per essere una deve
sperimentare in continuo nuove forme di comunità affinchè le
culture cattoliche, socialiste liberali e progressiste producano
uno Stato unitario senza escludere nessuno. E ragionava: se il
governo è sempre Dc la cosa non regge; dev'esserci anche
l'alternanza, una volta maturata la certezza della democrazia .
Il Pd sembrava riprendere questo
concetto...
L’Ulivo ha tentato di recuperare qualche
elemento di questo disegno, ma a beneficio di classi dirigenti,
diversamente da quel che riteneva Moro che non aveva in testa i
partiti, ma la società italiana.
L'Ulivo quando ha cercato di mettere
insieme ex democristiani ex comunisti ed altri ha messo insieme
classi dirigenti che si sono supportate a vicenda per un
risultato non molto apprezzabile.
Il progetto Pd è fallito?
Non si può affidare un disegno politico di
quelle dimensioni a classi dirigenti sempre più modeste perchè
immischenite dalla gestione del puro potere. Realisticamente
Moro sosteneva che la politica è anche esercizio del potere ma
non solamente. In tal modo rischia di fallire il progetto del
PD, ma anche l’intero sistema politico italiano.
E invece quello di Moro, per parafrasare
il titolo dell'incontro la sua attualità?
L'attualità significa che molto è stato
sbagliato scomparendo progressivamente le identità culturali e
quindi le differenze che, riconosciute, fanno la forza di un
sistema democratico.
E’ oggi necessario recuperare le identità
per costruire di nuovo le ragioni dello stare insieme per una
prospettiva anche di governo aperta alle compatibilità fra
diversi.
Intanto si è squagliata la Dc...
E' la conseguenza della uccisione di Moro
Anche la sinistra dopo Moro è entrata in crisi ed oggi neanche la sinistra
viene percepita come tale.
In sostanza chi uccise Moro o chiunque sia stato e per conto di chiunque
abbia cospirato, aveva fatto bene i conti!!!
Ma La linea delle fermezza?
Quello fu un errore plateale. Guarda caso,
dopo la uccisione di Moro e la linea della fermezza i governi
nonfurono
presieduti da democristiani ed invece da Spadolini e poi da
Craxi il quale con intelligenza politica innegabile cercava di
prendere il posto dei comunisti nel gioco della alternanza
utilizzando perciò la politica morotea ma volgendola a proprio
vantaggio.
I tentativi di rifare la Dc sono stati
innumerevoli...
Rifare la Dc in quanto tale è cosa
impossibile e vana, non ha senso perchè quello schema politico e
quella sociologia non c'è più. La modernità sta nella
rivendicazione delle identità proprio perché in epoca di
globalizzazione anzi a maggior ragione. Tutt'ora le sensibilità
sociali sono diverse, il mondo cattolico democratico è diverso
dal mondo ex comunista o ex socialista o delle varie posture
della antipolitica.
Ma dove dovrebbero andare a parare i
cattolici?
Progressivamente rivendicare la propria
identità e vivere così, quanto più possibile, le occasioni
elettorali. Non rifare la vecchia Dc ma impedire
contemporaneamente che si debba fare per forza liste con ex Pci,
ex Psi, destra o delegare formazioni della antipolitica, che
oggi stanno prospettando sempre più frequentemente come un nuovo
patto come quello della fine del 1800.
Siccome per esempio i cattolici democratici
non hanno la forza o la opportunità di costruire la prospettiva
elettorale o partitica, si facciano rappresentare da M5 stelle o
dalla Lega!!
L’esperimento di 25 anni fa di Berlusconi
non ha dato buon esito allo stesso modo
Berlusconi ha cercato di assorbire la
tendenza del mondo cattolico democratico di essere
rappresentato. Ha detto non posso essere il capo della Dc e
nemmeno voglio esserlo, ma posso rappresentarvi e molti elettori
della Dc avevano accettato questa idea.
E' fallito questo tentativo, è fallita
l'ipotesi di unire le classi dirigenti nell'Ulivo.
Perchè la classe dirigente cattolica nel
Pd è stata comprimaria?
Sono comprimari nella sostanza perché senza
disegno complessivo e senza politiche di largo respiro, con la
aggressività della componente ez comunista, c’è il rischio del
non ritorno, come i Calabria.
In Calabria sono scomparsi...
Si! È così, Infatti in Calabria l'ultimo
esponente D.C. è stato Loiero e gli è stata impedita la
continuazione della sua esperienza proprio dai dirigenti della
sinistra i quali, come a Roma 15 anni prima, aspiravano a
succedergli; ma come successe con Occhetto hanno voluto la
liquidazione della D.C., ma non hanno vinto le elezioni, le ha
vinte Berlusconi!
Hanno voluto la liquidazione di Loiero, ma
hanno ottenuto il governo regionale a Presidenza Scopelliti con
Aiello e Gentile. E solamente molto dopo addirittura la
presidenza Oliverio che nessuno mostra di rivendicare.
Ma non c'era Adamo vice presidente con
Loiero?
Ad un certo punto i cattolici sembravano
dominare: Loiero, Maiolo vicepresidente, Perugini sindaco di
Cosenza, Franco Bruno senatore. Poi cosa è successo?
Il potere logora anche chi ce lo ha, se non
è accompagnato da sintesi politica, come diceva Moro, e perché
nei periodi di decadenza il difficile è costruire e riconoscere
una leadership volta acostruire una prospettiva politica.
Così i più spregiudicati la fecero da
padroni.
Che sta succedendo nel mondo dei
cattolici democratici? Come mai proprio ora? Anche la Chiesa è
più presente…
Il sistema italiano si è avviato verso
l’inconcludenza, rimasto orfano dell'apporto significativo dei
cattolici democratici vuoi attraverso la Dc vuoi senza la Dc.
Non è proprio difficile accorgersi che la situazione italiana è
gravissima e quella calabrese è allo sfascio.
Ma i motivi più evidenti??
Uno; il senso dello Stato ridotto ai minimi
termini. Al tempo di Moro tutto era diverso sotto questo
profilo. Due; l'inconsistenza delle amministrazioni senza
progetti, senza volontà e senza capacità di proposta
specialmente nell’area del mezzogiorno che, privata
dell'intervento straordinario è rimasta ferma. E' dal 1990 che
il Sud è bloccato dopo la soppressione del’intervento
straordinario.
Tre: assenza di un vero rinnovamento
adeguato della classe dirigente.
Quattro: tentativi di riforme idiote: per
esempio quella di togliere il controllo preventivo sugli atti di
amministrazione e averli sostituiti con interventi ovviamente
successivi da parte delle magistrature. Non si creano così
maggiori efficienze del sistema, si aumentano solamente le
statistiche sulla illegalità. Non mi pare che possa essere un
risultato esaltante, per uno Sato di diritto, un sistema che non
trova di meglio che affidarsi alla umiliazione degli
amministratori pubblici, magari per tenerli sotto scacco. Così
solamente aumenta la sfiducia nelle istituzioni,
In questa analisi mette dentro anche
Oliverio?
Non parliamo di questa cosa, tanto è
inutile!!
E’utile segnalare invece che tutto è
diventato umiliante, la ricerca di una casa è umiliante, la
ricerca del posto di lavoro è diventato umiliante, il clima di
incertezza se non di paura nell’assistenza sanitaria è oggi
umiliante.
In ciò vedo un trionfo della ideologia dei
potenti. L’unica che resista dopo la sventolata fine delle
ideologie. Si studia apposta per creare precariato a beneficio
di classi dirigenti dal tratto violente.
E naturalmente si nega che sussista ancora
la distinzione fra destra e sinistra e la stessa dignità
politica della destra e della sinistra.
Tanto chi ha potuto rubare e saccheggiare
lo ha fatto, adesso basta coprire la ritirata.
La storiella del tirare a campare con i
lavoretti, quelli a termine e meschinelli, quelli per cui alla
fine bisogna che qualcuno paghi per coprire il privilegio di far
lavorare un lavoratore, sono l’indice della crudeltà nei
confronti di cittadini divenuti inermi e senza rappresentanza,
che siano giovani o donne o madri.
Ci sarebbe bisogno invece di strategie
serie per politiche attive del lavoro oculate e previdenti
specialmente nel mezzogiorno e invece ci balocchiamo con
specchietti per allodole
La D.C. certamente ha avuto le sue colpe;
ma non si può dire che non mantenesse le promesse a differenza
di oggi, dove si fa a gara a promettere di più sapendo di non
potere mantenere proprio nulla
Questo incontro sulla figura di Aldo Moro non sembra solamente la
commemorazione di uno statista...
In effetti come ho cercato di spiegare non
lo è.
Ma lei prevede liste di cattolici
democratici?
Essenziale è provocare una presa di
coscienza, se vuole un Manifesto Comune dei cattolici
democratici, magari ispirandosi al coraggio di Moro, dell’uomo,
del politico e del cristiano; una sorta di ribellione
innanzitutto delle coscienze e delle consapevolezze politiche e
vedremo la risposta. Anche altre culture politiche potrebbero
promuovere il proprio Manifesto!
Intervista
pubblicata sul quotidianodelsud in data 04/05/2018