Diritto e
stato nel pensiero di Luigi Sturzo di ALESSANDRO FRUCI Una recensione di Mario Sirimarco *
Luigi Sturzo si colloca indiscutibilmente
tra le figure di primo piano del secolo scorso. Autore
straordinariamente
prolifico, studioso raffinato, autorevole
uomo politico sia nel panorama nazionale che in quello
internazionale, ha saputo coniugare sapientemente il suo impegno
teorico con quello pratico.
Negli ultimi tempi si sono moltiplicati i
lavori, sia a carattere monografico che saggistico, finalizzati
alla ricostruzione e all’approfondimento del suo contributo.
L’opera presenta un aspetto poco conosciuto del sacerdote
siciliano: quello di giurista e filosofo del diritto.
Il lettore certamente rimarrà colpito dalle
numerose suggestioni e dalle raffinate ricostruzioni contenute
nel testo. L’autore coglie mirabilmente negli interstizi
dell’ampia mole di scritti sturziani una spiccata, benché poco
esplicitata, vocazione filosofico-giuridica, orientata in
particolar modo verso i temi del giusnaturalismo, del
cosmopolitismo e dello ius bellum.
L’A. evidenzia opportunamente il carattere
non sistematico della riflessione di don Sturzo ed al tempo
stesso sottolinea la profonda conoscenza tecnico-giuridica,
riscontrabilenelle
numerose e pertinenti valutazioni che egli svolse su questioni
riguardanti l’assetto istituzionale nazionale ed internazionale,
la legge elettorale e il problema della rappresentanza, per non
parlare delle numerose iniziative legislative che lo videro
protagonista o dei giudizi espressi in veste di relatore presso
l’Alta Corte per la Regione Siciliana.
L’A. ricollega gli assunti filosofico
giuridici di Sturzo ai più generali fondamenti teoretici che
questi formulò insieme al fratello Mario e che vengono indicati
con l’espressione neosintetismo. Ne emerge una filosofia
del diritto tendente ad unificare le categorie dell’individuale
e dell’universale e a porre le premesse concettuali per la
nascita di un nuovo tipo di società fondata su un sistema di
relazioni e di sintesi che si sviluppano in virtù di una
coscienza unificante.
Fruci evidenzia come nel quadro dottrinario
sturziano un ruolo centrale rivesta il tema dell’esperienza
concreta, il che pone il sacerdote di Caltagirone in contrasto
con l’epistemologia scolastica e con le tesi idealistiche. Egli
riteneva che la base della conoscenza fosse un’esperienza
contemporaneamente sensitiva e classificatoria, affettiva e
volitiva, teoretica e pratica: un’esperienza del molteplice
ridotto ad unità. Il neosintetismo sturziano si fonda sulla
priorità delle sintesi sulle analisi. L’uomo stesso si configura
come una sintesi di elementi che agiscono secondo una relazione
rapportuale e che attengono agli ambiti fisiologico, sensitivo
ed intellettivo.
Se l’idea della rapportualità che intende
il soggetto come creatore di relazioni, rappresenta un concetto
cardine dell’elaborazione filosofica del prete calatino, lo
stesso occorre affermare per quanto riguarda lo storicismo, che,
tuttavia, osserva Fruci, viene declinato in termini diversi da
quelli comunemente considerati. Sturzo, infatti, innesta il tema
della storicità dell’essere umano sul tronco di una teoria
dell’agire sociale, o, altrimenti detto, su una fenomenologia
della processualità. Il diritto naturale, in coerenza con questi
assunti, viene da lui concepito come «espressione razionale del
processo storico, come tutti i diritti inerenti gli istituti
umani derivanti da rapporti determinati, circostanziati,
concreti, che si evolvono secondo un determinato processo in
funzione storica» (p. 26).
Nella visione sturziana, dunque, il diritto
si configura in termini storici, ma si tratta di uno storicismo
giuridico privo di connotazioni idealistiche poiché non pone
alcuno Spirito Assoluto al di sopra dell’individuo, ma lascia
quest’ultimo libero da qualsiasi forma di condizionamento.
L’A. rileva il carattere sociologico, oltre
che storicistico, della concezione giusnaturalistica del prete
calatino: secondo quest’ultimo, infatti, la legge naturale non
si estrinseca nel dinamismo della coscienza individuale, ma si
manifesta nella società, dove trova il suo luogo fondamentale.
La razionalità sociale si esplica nell’ordine in cui si realizza
la coesistenza dei diritti e dei corrispondenti doveri; il
principio di razionalità si rintraccia nella piena realizzazione
della coesistenza e della reciprocità tra gli individui e ciò
benché il suddetto principio, secondo Sturzo, non risieda nella
società, ma nella persona umana, così come la stessa origine
ontologica della legge naturale.
La ricostruzione di Fruci non manca di
fornire al lettore adeguate nozioni relative ai capisaldi
concettuali della sociologia e dello storicismo sturziani, senza
le quali diverrebbe difficile una chiara comprensione della
dottrina filosofico-giuridica del prete calatino.
Il volume offre una ben argomentata
prospettiva del rapporto che Sturzo rintraccia tra diritto e
morale: l’ordine giuridico e l’ordine etico, nella sua visione,
non possono essere distinti, ma compartecipano al medesimo
processo dettato dalla razionalità dell’agire umano. Un
principio questo che troviamo anche nella riflessione che egli
svolge sul diritto internazionale e sul diritto di guerra.
Fruci dedica particolare attenzione a
quest’ultimo aspetto e ripercorre con acume e precisione le
suggestioni cosmopolitiche evocate dal sacerdote siciliano,
delineando i caratteri che egli attribuiva alla costituenda
comunità internazionale, la quale, nei suoi auspici, si sarebbe
un giorno dotata di organi ed istituzioni in grado di garantire
prosperità e sicurezza a tutti i popoli della terra.
Il tema della pace è costante nei suoi
scritti e Fruci lo evidenzia con puntualità soffermandosi
ampiamente sulla teoria della eliminabilità del diritto di
guerra elaborata dal sacerdote siciliano, fondata sulla
considerazione che qualsiasi istituto giuridico, compreso il
diritto bellico, se ci si pone in una prospettiva
storico-sociale, può andare incontro a cambiamenti, evoluzioni,
involuzioni e, perché no, anche a decadimento, se cessa di
rispondere alle esigenze della vita sociale.
Il volume si chiude con un’approfondita
analisi della riflessione sturziana sullo Stato e la democrazia.
Emerge una visione dello Stato inteso come espressione della
coscienza individuale e sociale dell’uomo e come strumento per
lo sviluppo della personalità e del progresso materiale,
razionale e spirituale del cittadino. Il fine dello Stato,
allora, coincide con il fine dell’individuo. Di qui la critica
feroce che Sturzo rivolge alle concezioni dirette ad esaltare lo
Stato etico, totalitario e accentratore. Fruci non manca di
sottolineare, tuttavia, che il sacerdote siciliano non fu mai un
antistatalista: egli combatteva il dirigismo statale,
l’autoritarismo delle istituzioni, le degenerazioni della classe
politica, l’accentramento del potere, ma mai lo Stato in quanto
tale. Anzi, ad esso riconosceva una funzione etica, purché
questa fosse intesa come rispondenza della natura razionale al
suo fine.
Le ultime pagine del libro sono dedicate
all’analisi del federalismo, del regionalismo e del
municipalismo delineati
dal sacerdote siciliano, il quale vedeva in
essi un mezzo efficace per adempiere a quel dettame del diritto
naturale che impone di rispettare la libertà e la dignità della
persona umana. Ciò rispondeva a quell’ideale di democrazia che
Sturzo ha coltivato sin dai primi anni della sua attività di
uomo di pensiero e di azione e che si sostanzia non solo nella
tutela delle libertà politiche, ma anche nella garanzia di altre
forme di libertà: la libertà originaria, che si estrinseca
nell’autonomia dei singoli individui; la libertà organica che
consiste nell’esplicazione dell’identità dei gruppi sociali; la
libertà finalistica, che si realizza attraverso la
partecipazione cosciente e responsabile di ogni soggetto ai fini
sociali.
Un ideale di democrazia quello di Sturzo
che, osserva opportunamente Fruci, pur opponendosi
all’individualismo esalta massimamente la persona umana.
(Mario Sirimarco)
*Il libro di
Fruci è stato edito nel 2012 da Nuova Cultura – Roma nel 2012 e
la recensione è apparsa su Iustitia – Giuffrè editore N° 2/2013