La politica, come afferma H. Arendt, è la pluralità dei
cittadini, la comunità degli uomini liberi e uguali: essi, prima
di agire l'interesse comune parlano e discutono liberamente e
pubblicamente.
La parola e l'azione connotano lo spazio pubblico della
politica degli uomini liberi, i quali usano i ragionamenti per
interagire con gli altri e prendere decisioni che preludono
all'azione.
Quest'ultima non è intesa in termini di efficienza ma
considerata in funzione del bene comune. Dialogo e politica,
discorso e azione appartengono al mondo degli uomini. Questo
aspetto si è perso e oggi viviamo nel disorientamento.
Dove vengono a mancare la molteplicità delle voci e la varietà
delle posizioni, ossia la più genuina esperienza della vita
democratica, si crea inevitabilmente un terreno propizio per
l'avvento della tirannide.
L'urgenza storica impone una rivalutazione della
Persona, dotata di valore assoluto, e per propria natura, è
aperta al prossimo. Pensare alla persona, in un
contesto storico in crisi, significa rivalutare la dimensione
spirituale e morale, sacrificata negli ultimi decenni,
esclusivamente a quella materiale-economica.
Una rivoluzione finalizzata a combattere il "disordine
stabilito", del quale siamo responsabili tutti, in quanto
identificati con la società borghese, dimenticando i poveri.
Tale rivoluzione può avvenire se si rompe con le azioni legate
al profitto disumanizzante. E' arduo, oggi, riproporre una nuova
forma di umanesimo che sia rispettoso non solo delle dimensioni
materiali, ma anche spirituali dell'essere umano.
L'umanesimo moderno ha provocato una serie di
fratture tra fede e sapere, tra fede e ragione, tra amore e
conoscenza. Il marxismo dà eccessivo peso ai fattori economici,
concependoli come primari ed esclusivi. Il medioevo ha finito
per trascurare le esigenze terrene; ma l'uomo è per natura (e
non per contratto) un animale sociale, quindi soggetto
all'azione che dura finchè dura la vita.
L'attività che mette in relazione diretta gli uomini,
che comunicano senza la mediazione di cose materiali,
corrisponde alla condizione umana della pluralità, al fatto che
gli uomini e non l'Uomo, vivono sulla terra e abitano il mondo.
L'agire politico è l'attività più elevata dell'uomo. La
Pòlis era la sfera della libertà nel mondo greco, che esaltava i
valori dell'interazione comunicativa degli uomini liberi, veri e
propri cittadini , in quanto protagonisti diretti della vita
pubblica.
Essere politici, cioè vivere nella Città, per i greci
significava abbandonare la violenza e riporre ogni fiducia nella
forza persuasiva del discorso. Al contrario, la sfera della
costrizione e della necessità era considerata pre-politica,
tipica della famiglia.
La
Persona è ordinata al bene comune, per il quale potrebbe essere
chiamata a sacrificarsi e il bene comune temporale è maggiore
della semplice somma dei beni individuali.