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Due notizie sull’assistenza psichiatrica.
La prima dalla Camera dei Deputati
Alla Camera la Commissione Affari Sociali avrebbe a maggioranza approvato un emendamento al testo della Legge di riforma della Assistenza Psichiatrica (Legge Basaglia ), che reintrodurrebbe le strutture di ricovero manicomiale.
Ribatte il primo firmatario dell’emendamento on
Ciccioli (PDL) - che ha ricevuto
l’assenso della Lega) e la opposizione di PD, IDV e Radicali - che il testo
"é indirizzato ad un modello organizzativo di presa in carico efficace del
paziente" e "dell'obbligatorietà da parte dei sanitari di recarsi dai
pazienti e di strutture alternative all'ospedale per la riabilitazione di
breve-medio periodo (fino ad un massimo di 12 mesi) nelle quali il paziente
é tenuto a seguire un percorso terapeutico". (Da Agenzia Ansa 17 maggio
2012)
Il paziente psichiatrico è tenuto….sic!!
Spesso i familiari dei pazienti psichiatrici sono a disagio perché non hanno
chi li aiuti effettivamente e
assista con attività di continuità assistenziale, perché le strutture e la
organizzazione della assistenza psichiatrica è inadeguata.
Non si risolve il problema con la separatezza e la elusione del
delicatissimo tema dell’assistenza psichiatrica tornando a
sacrificare il più debole, il
debolissimo. Dopo quarantenni, indietro…..!!!!!
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La seconda da Reggio Calabria.
Questa mattina di fronte alla sede dell'Asp di Palazzo Tibi a Reggio Calabria a manifestare contro le ultime scelte in campo sanitario c'erano decine di genitori di soggetti con disabilità mentali e relazionali. Un partecipato sit-in per affermare ancora una volta la contrarietà espressa da operatori e familiari degli utenti nei confronti della Delibera 235 dell'Azienda Sanitaria. Un provvedimento che secondo il comitato dei genitori del Movimento Peppe Trapasso rappresenterebbe "un enorme passo indietro nell'ambito dei servizi sociali riconsegnando le tante strutture presenti sul territorio ad una sorta di regime manicomiale".( da Agenzia Strill 17 maggio 2012)
La LEGGE BASAGLIA lavora proprio sulla relazione perchè si basa sul
presupposto che la malattia mentale sia il prodotto di un’interazione di
fattori, tra cui hanno un peso rilevante i fattori relazionali, ambientali,
culturali e sociali e l’inserimento nel sociale perché la malattia si
manifesta sempre come frattura col sociale. La psicosi è una frattura con la
realtà, e ne conseguono tante difficoltà d’inserimento nel sociale, così che
il paziente và sempre di più ad isolarsi. Nel trattare la malattia mentale
dunque è fondamentale recuperare quest’aspetto, ragion per cui nell’ambito
del trattamento non si possono escludere delle attività rivolte al sociale.
A partire da questa concezione, la legge Basaglia si basa su 2 principi
fondamentali: la prevenzione e la riabilitazione.
Nell’ambito del disturbo psichico non si era mai parlato di prevenzione e
non esistevano centri dove un paziente potesse rivolgersi alla comparsa dei
primi sintomi. Inoltre la nuova legge coinvolgeva anche le famiglie del
paziente, le condizioni sociali, le condizioni ambientali. Soprattutto
rispetto alle patologie croniche, comincia a farsi largo il concetto di
riabilitazione, cioè la messa in opera di una serie di accorgimenti che
facciano sì che il paziente, nonostante la gravità della sua malattia è già
emarginato, non vada sempre più peggiorando.